Page 34 - Mediterraneo e dintorni - 3-2020
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storica e limitare il numero giornaliero di ingresso, armato con coretti stonati e chitarre scordate. Un al-
riservando ai non ortodossi solo una minima per- tro aspetto che ben impressiona è vedere come ogni
centuale. Nel tempo a noi concesso di una settimana monastero sia motore di fiorenti attività lavorative.
abbiamo cercato con curiosità e rispetto di entrare in Purtroppo arriva il giorno di imbarcarci per il ritor-
contatto con questa realtà. Mulattiere polverose, lun- no: il traghetto lascia dietro di noi la sagoma dell’A-
ghi percorsi che ci hanno portato ad attraversare am- ghios Oros, il Santo monte Athos col suo mondo di
bienti suggestivi, alternando falesie costiere, boschi monasteri, eremi, uomini sospesi tra mare, terra ma
di alto fusto con alberi secolari, pietraie sommitali e soprattutto cielo. Giunti al porto di Ouranoupolis
l’ospitalità austera ma cordiale dei monaci, con cui si ritroviamo la vivace confusione del nostro mondo
condividono pasti frugali, in rigoroso silenzio, all’in- abituale. Sicuramente le giornate trascorse sul mon-
terno di enormi refettori affrescati. Tra canti, candele, te Athos hanno rappresentato un’esperienza non
icone e incensi si viene trasportati in una dimensione comune. Questo, a maggior ragione per noi abitanti
che induce alla meditazione. In queste situazioni si di società che hanno esiliato la presenza del sacro e
percepisce nettamente il divario esistente con la po- del mistero, per abbracciare nuove divinità come l’e-
vertà e l’anemica di tante nostre ritualità, frettolosa- conomia e la tecnologia, tutto ciò induce a profonde
mente sbrigate in certi capannoni-chiese di cemento riflessioni e pone tante domande.
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