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I FRUTTI DELLA TERRA
di Francesco Longo, sommelier
greco di bianco
il vino più antico d’italia
proprio così: il vino prodotto a Bianco, piccolo Co- può provenire da altre uve bianche non aromatiche del-
È mune della costa jonica calabrese in provincia di la provincia di Reggio Calabria. Le uve vengono appas-
Reggio Calabria, sulla famosa zona della “Costa dei Gel- site su graticci di legno al sole per 8-10 giorni, così da
somini”, è il vino più antico d’Italia, di certo quello di alzare la concentrazione di zuccheri: solo al termine di
cui si abbia la più antica testimonianza storica. La vite, questo processo si procede alla vinificazione ed il vino
dalla quale si ricava il Greco di Bianco ha origini molto viene conservato per dodici mesi in botti di acciaio ed
remote: si ritiene che il primo tralcio sia arrivato in Ca- un eventuale passaggio in legno di tre mesi prima di es-
labria, proprio nel territorio di Bianco, già nel VII secolo sere imbottigliato e messo in commercio dopo almeno
a.C., quando i Greci sbarcarono presso il promontorio tredici mesi dalla vendemmia. Per preservare la storia
e creare collaborazione fra le aziende produttrici al fine
di incrementare e standardizzare la qualità del prodot-
to finale e di abbattere così i costi di produzione nasce,
Zefirio oggi chiamato Capo Bruzzano e in questo spe-
cifico punto della costa calabrese trovò caratteristiche
climatiche simili a quelle d’origine. Lo testimonia anche
il fatto che vecchi vigneti vengono ancora coltivati ad
“alberello”, l’antico sistema di allevamento greco.
Questo passito ha qualità eccezionali che fortunata-
mente non ha perso nel tempo, conservando le sue
caratteristiche che contribuiscono a differenziarlo. La
mitologia racconta che avesse dei poteri rigeneranti sia
a livello fisico che mentale e si narra che venisse pre- nel 2017, per volontà di alcuni dei produttori storici del
scritto anche agli imperatori romani come ricostituente vino passito Greco di Bianco DOC, la rete d’impresa “Vi-
nelle convalescenze, nelle malattie acute, nelle febbri gne del Greco di Bianco”.
malariche e negli esaurimenti nervosi. Nella lavorazione Passando ora alla degustazione: il Greco di Bianco Doc
dell’uva si seguono ancora gli antichissimi procedimen- si presenta di un meraviglioso colore giallo dorato con
ti che fanno di questo passito, un’eccellenza di Calabria riflessi ambrati, profumo etereo, caratteristico, con sen-
di cui andare fieri, tanto che finalmente nel 1980 gli vie- tori che spaziano dalla frutta secca agli agrumi canditi,
ne riconosciuta la Doc. A differenza del grande lavoro in miele, zagara e bergamotto. Al palato è morbido, armo-
vigna che questo vitigno pretende, la resa del frutto è nico ed avvolgente dal gusto fresco e piacevolmente
molto avara; difatti da una pianta si ricava appena mez- dolce. Può essere degustato freddo, da solo o in abbi-
zo litro di vino. Secondo il disciplinare di produzione namento a pasticceria secca, torte a base di pasta di
del vino Doc si procede alla vendemmia verso la metà mandorle o a base di frutta fresca, oppure degustato ad
di settembre con un’accurata selezione di uve, che per una temperatura più alta. Si presta molto bene ad esse-
il 95% deve essere del tipo greco bianco e il restante 5% re accostato con formaggi stagionati o piccanti.
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