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OSPITALITÀ/OSPITALITY
a Belmonte calabro
un originale esperimento
di “albergo diffuso”
di Rosaria Giovannone
È oltre un secolo, ristrutturate secondo i principi della
un’enclave senza auto, le case sono saldamente fondatori) abbiamo incominciato a fare attività di rivi-
accatastate e collegate da vicoli larghi appena talizzazione dell’antico borgo». Le case disabitate da
un metro. Gli archi di pietra rivelano improv-
visamente piccoli cortili pieni di fiori e gradini bioarchitettura, sono diventate accoglienti dimore per
dipinti conducono ad angoli ombrosi. Su pareti e por- il soggiorno nell’albergo diffuso ECOBELMONTE.
te sono dipinti i vecchi detti calabresi: “Il cielo limpido che riscontro avete avuto negli anni?
non ha paura di qualche piccolo tuono”. Siamo a Bel- «Il riscontro più importante lo abbiamo dai clienti, dai
monte Calabro, borgo medievale nella provincia di Co- loro sguardi incantati, che anno dopo anno, sempre
senza. Qui un gruppo di giovani, pieni di entusiasmo, più numerosi, ridanno vita al paesello. È doveroso inol-
temerarietà e coraggio, ha deciso di realizzare un mo- tre ricordare i riconoscimenti che abbiamo ricevuto:
dello di “Albergo Diffuso”: nasce ECOBELMONTE, mo- ITER VITIS, che ha inserito Belmonte Calabro fra i più in-
dello di sviluppo turistico sostenibile del territorio che teressanti percorsi culturali riconosciuti dal Consiglio
ha rianimato la località a rischio spopolamento. d’Europa; poi l’Associazione nazionale di bioarchitet-
«È un originalissimo esperimento di un “albergo che tura, che ha incominciato ad utilizzare il nostro albergo
non si costruisce”», spiega Giuseppe Suriano, mem- per i suoi convegni».
bro dell’associazione “A Praca”. «Un albergo che si re- Qual è il vostro obiettivo?
alizza facendo rivivere un borgo antico con le viuzze «Portare in più luoghi possibili la testimonianza di un
che diventano “corridoi” pieni di colori, odori, suoni, progetto apparentemente utopico che si è realizzato
vita relazionale e comunitaria tipica dell’Italia del Sud; per spingere tanti giovani a prendere, con coraggio, in
utilizzando casette, un tempo affollate da famiglie nu- mano il loro futuro. Vorremmo che il territorio calabre-
merosissime, adeguatamente ristrutturate nel rispetto se diventasse il luogo ideale per la nascita e la valoriz-
della loro originaria essenzialità. Una diversa filosofia zazione dell’idea di Albergo Diffuso, con giovani che
di accoglienza che fa del turista/viaggiatore un abi-
tante temporaneo del borgo». «Il soggiorno nell’alber- in tutta la regione si fanno imprenditori del recupero
go diffuso ECOBELMONTE – aggiunge Giuseppe – è e della valorizzazione di un patrimonio immenso. Non
un’esperienza di vita in cui si entra in relazione con i è facile perché quotidianamente dobbiamo affrontare
residenti e in cui si sperimenta uno stile di vita nuovo, un problema grandissimo, che è quello della difficol-
legato ai prodotti locali, all’agricoltura, ai sapori case- tà, per l’odierna classe politica dirigente, di lavorare di
recci, all’artigianato, al folklore e ai ritmi semplici. Una concerto con chi sul territorio prova a costruire situa-
proposta turistica esente dalla stagionalità e dall’affol- zioni di crescita e di sviluppo fuori dal consolidato giro
lamento, una comunità temporanea di cui entrare a far di amicizie, cointeressi e favoritismi. E questo nono-
parte per trovare benessere, autenticità, privacy». stante la proposta innovativa dell’Albergo Diffuso non
Un interessante esperimento di ospitalità realizzato provochi impatti sociali e ambientali negativi, bensì
grazie a fondi privati. Nei primi anni del 2000 un grup- positivi, grazie al coinvolgimento dell’intero contesto
po di ragazzi sceglie di restare in Calabria, terra sog- in cui si colloca, rappresentando la massima espressio-
getta a un forte spopolamento e ad un vertiginoso ne della sostenibilità in campo turistico».
invecchiamento. «Abbiamo combattuto con le unghie che messaggio volete dare ai giovani calabresi?
e con i denti per tenere viva la speranza di vedere un «Buttate il cuore oltre l’ostacolo e diventate soggetti
giorno rinascere i luoghi della nostra infanzia – confi- propositivi dei territori con imprese innovative e com-
da Giuseppe – e nel 2006 abbiamo costituito un’asso- petitive. I giovani sono l’unica risorsa aggiuntiva capa-
ciazione chiamandola “A Praca”, nome dialettale della ce di mettere in moto “una rivoluzione virtuosa”».
roccia sulla quale sorge il paese, a 262 metri sul livello
del mare, con la quale (inizialmente eravamo sette soci Pubblicato su www.frammentidipace.it
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