Page 29 - Mediterraneo e dintorni - nr 9
P. 29
FONTI: “La Seta a Catanzaro e Lione”, Angela Rubino, Calabria
Letteraria Editrice, 2007; Tesi di Laurea “L’arte della Seta nella città
di Catanzaro nel periodo medievale”, Sarah Procopio, Università
degli Studi di Bologna, A.A. 2014/2015.
me di norme che regola- si, come premio
vano tutti gli aspetti della del loro lavoro e
lavorazione serica, dalle al contrario ve-
fasi dell’estrazione del fila- nivano multati
to, con i processi di trattura e pesantemente
torcitura, fino alla tessitura, coloro i quali
per poi giungere agli aspetti erano dediti alla fro-
normativi che disciplinavano de, o chi avesse venduto un
l’attività degli artigiani, il com- mercio e tessuto falso o imperfetto. Tut-
persino lo stile di vita degli iscritti alla corporazione ti i nomi degli artigiani dove-
dei setaioli. Ogni tessuto di seta prodotto nelle botte- vano essere messi per iscritto
ghe catanzaresi doveva possedere dei precisi requi- negli Statuti, in quanto essi 1
siti. Il documento contiene tutte le deliberazioni con- erano ammessi all’esercizio
solari per quanto concerneva l’industria serica, tutte esclusivamente nel caso in cui
le indicazioni sulla tintoria, sulla scelta della seta, si fossero precedentemente
sul modo di prepararla, torcerla, stenderla sul telaio immatricolati. L’immatricola-
per tesserla. Il telaio rientrava nella tipologia del mo- zione veniva redatta nel libro
dello a tiro, inventato da Giovanni il Calabrese per dei Consoli, i quali rilasciava-
la realizzazione di tessuti operati che non poteva- no all’artigiano un permesso
no essere tessuti con quello domestico. Ogni aspet- per l’esercizio dell’arte serica
to doveva essere regolamentato e seguito. Vi erano ed anche i commercianti dove-
scritti i sistemi di perfezionamento, le proporzioni e vano possedere un permesso
tutte le qualità che doveva possedere ogni tessuto. per mantenere la loro botte-
Ai buoni fabbricanti venivano dati dei doni genero- ga pubblica o per esercitare 2
In alto, a destra, particolari di lavorazione della seta:
pianeta in damasco bicromo in seta verde e ocra, proveniente dalla Sicilia
(fig.1); coperta a due piazze gran damasco verde antico e giallo, tessuto
in seta sopra strusa lavoro del XVII secolo (fig.2) - (Oreste Sergi)
The sTATuTes oF sIlK In cATAnzAro
TAKe hAlF A mIllennIum
ith the decree of Emperor Charles V, on March 30, 1519,
Wthe Capitoli et Ordinationi et Statuti firmati dell’Arte
della Seta were drawn up, granted, after Naples, to the city of
Catanzaro. In fact, since the time of the oldest medieval guilds,
statutes were established, albeit informally, which gave fixed
rules to which companies had to abide, both in terms of labor
relations and in terms of quality standards of finished products.
So the provision issued by Charles V showed that there was
now the need to renew the ancient statutes to encourage greater
development of art with new rules, different privileges and a new
type of draft, which allowed better use: the vulgar language. If
they were written in 1519 it means, then, that at that time the
art of silk in Catanzaro had already progressed, and therefore
required only a regulation: it is clearly understood by some
references in the document. But what were the Statutes of Silk?
It is a set of rules that regulated all aspects of silk processing,
from the extraction phases of the yarn, with the reeling and
twisting processes, to the weaving, and then to the regulatory
aspects that governed the activity of the craftsmen, trade and
even the lifestyle of members of the silk producers’ guild. Every
silk fabric produced in the Catanzaro workshops had to possess
Mediterraneo e dintorni - 27