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CULTURA/CULTURE
dalla brigata dei crusconi
all’Accademia della crusca
di Ilaria Starnino - Filologa classica; dottore di ricerca in Antichità classiche e loro fortuna. Archeologia, Filologia e Storia
presso l’Università “Tor Vergata” di Roma.
irenze aveva già consa- l’appellativo di Infarinato, dirotta 1590 si scelse il buratto, altrimen-
crato la sua gloria lette- i vagheggiamenti giocosi verso ti detto frullone, come simbolo
raria e linguistica alle Tre riflessioni letterarie e linguistiche dell’Accademia, uno strumento
FCorone quando, sem- che avessero come fine ultimo utilizzato per separare il grano
pre invincibilmente attratta dal l’affermazione del primato del dalla farina: nulla di più consono
classicismo, cominciava però ad volgare fiorentino: è l’atto di na- a chi aveva deciso di preservare
inebriarsi del fervore dell’Uma- scita dell’Accademia della Cru- la purezza della lingua, e a riba-
nesimo volgare. Il XVI secolo fu sca. dirlo fu un verso del Petrarca,
la culla di spiriti reazionari che, «il più bel fior ne coglie», eletto a
per rispondere alla pedanteria motto dell’Accademia. La Crusca
dell’Accademia Fiorentina e al rispettò gli scopi che si era data:
classicismo dottrinario che sem- «legger, comporre, fare spettaco-
brava tenere in pugno gli am- li», e almeno fino alla morte del
bienti accademici, cominciarono Salviati si dettero alle stampe al-
a riunirsi in veri e propri cenacoli cune opere letterarie e si tenne in
a vocazione conviviale, le cui ri- vita la famosa disputa tassesca. La
unioni prevedevano la declama- sua vera consacrazione avvenne
zione di versi giocosi (le crusca- Le prime quattro edizioni del vocabolario. però nel 1612, quando a Venezia
te) e conversazioni su argomenti (Foto G. Tatge, Regione Toscana) venne dato alle stampe il Vocabo-
letterari in stile burlesco. Anton lario degli Accademici della Crusca,
Francesco Grazzini, Giovan Bat- La scelta del nome, che otteneva che aveva avuto una lunga gesta-
tista Deti, Bernardo Canigiani, ora un campo metaforico produt- zione (era il marzo 1591 quando si
Bernardo Zanchini e Bastiano de’ tivo, fu vincente: «quasi per dire iniziò a parlare «del modo di fare
Rossi furono i cinque personaggi che l’Accademia doveva proce- un vocabolario»). La nuova opera
della cosiddetta Brigata dei Cru- dere ad una scelta fra il buono e il avrebbe mostrato «le bellezze del-
sconi che per primi iniziarono ad cattivo». Si decise che tutto ciò che la lingua» con l’intento di «conser-
associare allo spirito reazionario riguardava l’Accademia, dai suoi varla», avrebbe valutato i termini
iniziale il proposito della difesa componenti, dalle sue attività, principalmente in base all’uso e
della lingua toscana. Dalle riunio- agli oggetti e al mobilio, avrebbe alle etimologie. Allo spoglio delle
ni dell’ottobre 1583 al 25 marzo dovuto acquisire un nome atti- voci seguiva un altrettanto zelan-
1585 il passo è breve: Leonardo nente al grano, alla farina, alla te lavoro sulle citazioni letterarie,
Salviati, ammesso nel circolo con crusca, appunto. Tanto che nel compiti affidati ai cosiddetti De-
putati del Vocabolario. Una «fati-
ca», cita la prefazione alla prima
edizione, «la quale speriamo che
non vi sarà discara, se non peral-
tro, almeno, per averla noi espres-
samente durata, per giovare a chi
n’ha bisogno, e per compiacere a
chi n’ha vaghezza, senza punto di
pretensione di stringere alcuno a
Disegno che fa da testata alla lettera A della
quarta edizione del Vocabolario, con la canoni-
ca assemblea accademica
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