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scere i piatti in cui sa offrire il meglio di se, è utile scoprire
una serie di curiosità che lo riguardano. Il Tartufo Bianco si
consuma fresco e si può conservare per circa una settima-
na: si può tenere in frigorifero, ma si consiglia di avvolgerlo
in carta assorbente e chiuderlo in un contenitore di vetro
con coperchio. Attenzione: non si cuoce mai, si lamella
sempre crudo con un utensile specifico a lama affilatis-
sima, il tagliatartufi. Il Tartufo Bianco è figlio della terra di
Piemonte e si vede: contiene dentro di se alcuni tratti tipici
del carattere piemontese come la sobrietà, la discrezione,
un’allure dal piglio aristocratico. Ne è prova il modo in cui
è entrato a far parte nella tradizione culinaria più esclusi-
va. Ecco che la storia di sentimento nata tra i boschi di Alta
Langa cede il passo a una storia fatta di sapori. Il Tartufo
Bianco si è inserito alla chetichella nella cucina piemon-
tese, grazie alla lungimiranza dei cuochi savoiardi. Timi-
do, riservato, ma sicuro della sua capacità di seduzione.
Il segreto? Il profumo naturalmente: articolato, intenso,
travolgente; un profumo composto da ben 120 molecole
volatili. Basta una grattata di appena una decina di grammi
per impreziosire la portata: prende subito il sopravvento
quell’incontro di amorosi sensi tra il cibo e il palato. Un’al-
chimia che si ritrova nei classici piatti della tradizione come
la carne cruda battuta al coltello, i tajarin in bianco, la fon-
duta, l’uovo fritto. E proprio, alla combinazione uovo-tar-
tufo - all’”equilibrio perfetto” come è stato definito - è stata
dedicata l’89esima edizione della Fiera Internazionale del
Tartufo Bianco di Alba, conclusasi lo scorso 24 novembre.
All’ombra del Duomo, il Tartufo si è affidato all’estro e alla
creatività di 50 chef di cui 29 Stelle Michelin d’Alba. La ma-
nifestazione, snodatasi lungo le strade della capitale delle
Langhe attraverso show-cooking, workshop, laboratori
tematici, momenti ludici per bambini, ha presentato pure
mostre di arte e di design. Sottolinea a questo proposito
Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Internazionale del
Tartufo Bianco di Alba: «Il cibo è una delle più straordinarie
espressioni della cultura materiale ed è indubbiamente
una delle motivazioni di viaggio per chi raggiunge le col-
line di Langhe, Roero e Monferrato, Patrimonio dell’Uma-
nità Unesco».
Non poteva mancare l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco
d’Alba, evento internazionale giunto quest’anno alla XX
edizione che ha come sempre un’attenzione particolare
al sociale devolvendo il ricavato della vendita all’asta in
progetti di beneficenza in Italia e nel mondo. A proposito,
quanto costa il Tartufo Bianco? Nel 2018, un’annata gene-
rosa sul piano della produzione, il borsino del Tartufo Bian-
co oscillava tra i 250 e i 350 euro all’etto (la pezzatura media
è di venti grammi); nel 2017, anno meno generoso, il bor-
sino ha visto schizzare il prezzo anche a 600 euro all’etto.
E nel 2019? Il borsino è aperto; ma se siete solo dei buon-
gustai e volete togliervi la gustosa soddisfazione, seduti
al ristorante, sappiate che una grattata di 10 g di tartufo
sul vostro piatto preferito vi costerà non meno di 30 euro.
Buon appetito.
fiera internazionale del tartufo Bianco di alba
fieradeltartufo.org
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