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Arti Liberali e Arti Meccaniche. Nella Firenze del
                Quattrocento era molto marcata la differenza tra arti
                liberali e arti meccaniche. Il Rinascimento eredita dal
                Medioevo questa divisione tra il nobile e spirituale
                lavoro intellettuale (le arti liberali) e le arti che richie-
                dono uno sforzo fisico (appunto le arti meccaniche),
                relegate ad essere in una posizione di inferiorità. La
                Poesia e la Pittura stavano in un limbo a metà tra
                queste due arti, sebbene la poesia trovava un grande
                sostegno dai letterati. Sebbene culla del Rinascimen-
                to,  a Firenze i ricercatori delle arti meccaniche non
                erano apprezzati quanto avrebbero dovuto. E Leo-
                nardo, ben consapevole del valore della sua ricerca,
                si ribella a questa arcaica e obsoleta “tendenza”. Per
                lui infatti la pittura è scienza, ed occupa un gradino
                più alto rispetto alla scultura e alla poesia. «Questa
                [la pittura ndr] non si copia, come si fa le lettere, che








                                                                  Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 – Cloux - Amboise, 1519), Busto d’uomo
                                                                  in profilo con studio di proporzioni del volto; studio di cavallo e cavaliere
                                                                  - databile al 1489-90 e riprese al verso nel 1503-04; pietra rossa, inchiostri
                                                                  metallo-tannici, punte metalliche, perforazioni punte, carta bianca, 280
                                                                  x 225 mm. In mostra a Venezia  presso l’esposizione “Leonardo da Vinci.
                                                                  L’uomo modello del mondo - Gallerie dell’Accademia, Gabinetto Disegni
                                                                  e Stampe, cat. n. 236


                                                                  Leonardo si presenta a Ludovico il Moro scrivendo-
                                                                  gli nel 1482 una lettera. Questa epistola ci racconta
                                                                  molto del nostro geniale Leonardo e del livello di
                                                                  conoscenza da lui raggiunto: è ormai un uomo ma-
                                                                  turo e consapevole, in grado di realizzare non solo
                                                                  commissioni di opere d’arte ma anche ponti, armi da
                Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 – Cloux - Amboise 1519), Studi per la   guerra difensive e d’attacco, opere idriche e tanto al-
                Battaglia di Anghiari: due combattimenti tra fanti e cavalieri - databile al   tro. Leonardo, come afferma, era ora in grado di fare
                1503-1504; inchiostro, acquerellatura con lo stesso inchiostro, su carta,
                147 x 154 mm. In mostra a Venezia  presso l’esposizione “Leonardo da   cose straordinarie per l’epoca: «[...] componerò [...]
                Vinci. L’uomo modello del mondo - Gallerie dell’Accademia, Gabinetto   instrumenti di mirabile efficacia et fora de l’usato,
                Disegni e Stampe, cat. n. 215A
                                                                  et insomma secondo la varietà de’ casi componerò
                tanto vale la copia quanto l’origine. Questa non s’im-  varie et infinite cose da offender et difender». E per
                pronta, come si fa la scultura, della quale tal è la im-  dare forza e concretezza alle sue parole, Leonardo
                pressa qual è l’origine in quanto alla virtù dell’opera.   realizzò per Ludovico il Moro una lira a forma di te-
                Questa non fa infiniti figliuoli come fa i libri stam-  schio di cavallo: una cosa “bizzarra e nuova” per mo-
                pati; questa sola si resta nobile, questa sola onora il   strare ai potenti Sforza che lui non era solo un pittore
                suo autore, e resta preziosa e unica, e non partorisce   ma anche, appunto, un inventore. Alla corte milane-
                mai figliuoli eguali a sè. E tal singolarità la fa più ec-  se Leonardo trovò un raffinato clima umanistico, un
                cellente che quelle che per tutto sono pubblicate.»  E   ambiente estremamente stimolante. In questi anni
                a questo punto, ormai trentenne, quando riceve una   lavora assiduamente come pittore, scenografo, inge-
                nuova opportunità di lavoro, la coglie al volo.   gnere idraulico, proseguendo e ampliando sempre
                Da Firenze a Milano. Era giunto il momento di lascia-  i suoi progressi nelle diverse discipline, dalla ma-
                re Firenze verso nuove esperienze. L’opportunità gli   tematica all’anatomia. Realizza tra le sue opere più
                viene data proprio da Lorenzo il Magnifico che gli   belle: La Dama con l’Ermellino, il Ritratto di Musi-
                propone di andare a Milano alla corte degli Sforza.   co e uno dei suoi più grandi capolavori della storia



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