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I RACCONTI DI ENEA

















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            The histories of Herodotus (1904)


                                  erodoto                     Laffascinanti perché le sue opere in chiave moderna
                                                                a storia di Erodoto, nel suo genere, è una delle più
                                                              anticipano quelle che sono le regole auree del buon
                                                              giornalista. Se si prende ad esempio la guerra che portò
                                                              sul campo di battaglia la Grecia contro l’impero persiano,
                                                              lo storico greco cercò di individuare le cause diffidando
                                                              dai racconti di chi lo aveva preceduto. Per lui le fonti erano
                                                              importanti così come l’approccio da inchiesta giornalistica
                                                              e l’analisi degli eventi dal punto di vista storico. Ma facciamo
                                                              un passo indietro. Alcuni tratti della sua vita sono noti, altri
                                                              meno. Gli storici concordano sulla nascita (Alicarnasso tra il
                                                              490-480 a. C.) ma sulla sua morte vi sono delle discrepanze.
                                                              Alcuni sostengono che la sua vita ebbe fine ad Atene nel 424
                                                              circa, altri che morì a Thurii intorno al 430 a. C. Quest’ultima
                                                              città faceva parte della Magna Grecia, era situata a Sybaris
                                                              (l’odierna Sibari, in Calabria) ed era una colonia panellenica,
                                                              ossia un misto di greci provenienti da vari punti. Erodoto di
                                                              sicuro partecipò alla fondazione di Thurii e infatti ne ottenne la
                                                              cittadinanza; ma se una parte della tradizione storica individua
                                                              la sua morte ad Atene, un’altra stabilisce la sua fine terrena
                                                              proprio in questi luoghi del Sud Italia, subito dopo lo scoppio
                                                              della guerra del Peloponneso. Altro punto controverso sono
                                                              i suoi probabili viaggi: alcuni storici narrano che visitò molti
                                                              luoghi come ad esempio la Tracia, Macedonia, l’impero
                                                              persiano, l’Egitto e la Cirenaica; altri  sono più del parere che
                                                              egli raccontò di questi luoghi nei suoi lavori facendo un uso
                                                              massiccio di fonti ma che in realtà non ci mise mai piede.  Altro
                                                              punto controverso è che Erodoto da una parte crede all’idea
                                                              dei miti, ai sogni profetici e in particolare all’invidia divina
                                                              che si abbatte sulla Terra per umiliare i mortali che vogliono
                                                              raggiungere o paragonarsi agli dèi, dall’altra razionalizza
                                                              il concetto religioso. Se da una parte le informazioni che
                                                              si hanno sono ambigue dall’altra vi sono alcune certezze:
                                                              Cicerone nel suo De legibus lo definì il «padre della storia»;
                                                              Plutarco gli dedicò un intero trattato: il De Herodoti Malignitate.
                                                              Bisognerà comunque attendere il Rinascimento affinché
                                                              le opere di Erodoto diventino conosciute grazie alle varie
                                                              traduzioni. Altro punto fermo è la storia, che per il Nostro aveva
                                                              un fine pedagogico poiché non era solo un susseguirsi di
                                                              avvenimenti ma fatti ben collegati tra loro. Il piglio era quello di
                                                              un giornalista navigato perché la sua metodologia si fondava
                                                              su tre principi: la vista, l’ascolto e il criterio nel caso in cui i primi
                                                              due fattori entrassero in conflitto. Il criterio serviva a scindere
                                                              gli eventi tra quelli letti o sentiti e quelli visti di prima persona.
                                                              I grammatici alessandrini divisero l’opera storica di Erodoto
                                                              in nove libri e solo in un secondo momento furono chiamati
                                                              le “Nove Muse”. “Se un uomo vuole occuparsi incessantemente
                                                              di cose serie e non abbandonarsi ogni tanto allo scherzo, senza
                                                              accorgersene, diventa pazzo o idiota”. II, 173.


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