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PERSONAGGI/CELEBRITIES
Rolihlahla Nelson Mandela
Un “rompiscatole” che ha camminato per la libertà
di Rosalba Paletta
l 5 dicembre di sei anni fa se ne andava Nelson liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie ca-
Mandela, uno dei più grandi uomini della sto- tene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza
ria, grande leader sudafricano nella lotta per la la libertà degli altri». E ancora a chi pensava di an-
Idemocrazia e la libertà, primo presidente nero nebbiare la luce del pensiero, replicava: «Più poten-
del suo Paese dal 1994 al 1999. Il suo volto è impresso te della paura per l’inumana vita della prigione, è
nelle memorie di molti, perché capace di sorri- la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il
dere anche da serio, e di rassicurare anche mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni».
nella più dura delle prove. «Non mi giu- Per chi ha chiaro un così elevato progetto
dicate per i miei successi – amava dire esistenziale, nessuna vita se non da eroe,
–, ma per tutte quelle volte che sono è degna di essere vissuta. E infatti Man-
caduto e sono riuscito a rialzarmi». dela ci lascia scritto: «Non c’è passio-
Usando un termine che oggi è molto ne nel vivere in piccolo, nel progettare
in voga, potremmo dire che è stato una vita che è inferiore alla vita che
ed è un’icona di resilienza, consape- potresti vivere». La sua statura morale
vole che “non esiste una strada faci- e la sua incrollabile fede nella dignità
le per la libertà”. Il suo sorriso è una umana, a ben vedere, erano scritte nel
testimonianza, ancora oggi vivente, suo nome di battesimo, quello della stir-
della fede nella conquista dei diritti civi- pe tribale e regale nella quale nacque ma
li, primo fra tutti, appunto, la libertà: di di cui non accettò mai i benefici, figu-
pensiero, di parola, di opinione, di mo- rarsi le limitazioni. Per questo fuggì
vimento. Una libertà che, per ironia del- giovanissimo dal suo villaggio per
la sorte, gli fu negata per 27 anni. Tanto durò non dover sottostare ad un matrimo-
l’ingiusta reclusione nelle carceri di un Paese che nio combinato. E quel nome, Rolihlahla, “attac-
se dei diritti dei neri non aveva considerazione nella cabrighe”, “rompiscatole”, che fu premonitore, in
vita di ogni giorno, possiamo soltanto immaginare effetti segnò la sua vita per sempre, perché incessan-
quanta poteva averne nel chiuso delle prigioni. Ma ti furono le sue battaglie per i diritti dei suoi simili.
a chi gli proponeva di scendere a compromesso e di «Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in
accettare per sé la scarcerazione a patto di rinuncia- miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli» è una
re per sempre ad essere leader di quella lotta (anche frase simbolo del suo pensiero, racchiuso nei suoi
armata) che avrebbe condotto il suo popolo alla fine tanti celebri discorsi, nelle sue arringhe, tutto oggi
dell’apartheid, rispondeva: «Resto in carcere. Essere custodito in innumerevoli pubblicazioni e promosso
roLiHLaHLa NeLSoN again”. Using a term that is very po- name, that of the tribal and royal line-
MaNdeLa pular today, we could say that he was age in which he was born but of which
a “nuisance” who and is an icon of resilience, aware that he never accepted the benefits, let alone
walked for freedom “there is no easy road to freedom”. His the limitations. For this reason he esca-
smile is a testimony, still alive today, of ped from his village at a very young age
n December 5, six years ago, Nel- faith in the conquest of civil rights, first to avoid having an arranged marria-
Oson Mandela died, one of the grea- of all, precisely, freedom: of thought, ge. That name, Rolihlahla, “brawler”,
test men in history, a great South Afri- speech, opinion, movement. “nuisance”, who was premonitory, in
can leader in the struggle for democracy A freedom that, ironically, was denied fact marked his life forever, because his
and freedom, the first black president of him for 27 years. The unjust imprison- battles for the rights of his fellow men
his country from 1994 to 1999. His face ment in prison lasted so long: “More were incessant. “No one is born a slave,
is imprinted in the memories of many, powerful than the fear of the inhuman nor a lord, nor to live in poverty, but we
because capable of smiling even seriou- life of the prison, it is anger at the ter- are all born to be brothers” is a phrase
sly, and to reassure even in the hardest rible conditions in which my people are that is a symbol of his thought, contai-
of tests. “Don’t judge me for my suc- subject outside prisons”. His moral sta- ned in his many famous speeches, in his
cesses - he liked to say -, but for all those ture and his unshakable faith in human harangues. His “official” name, on the
times that I fell and I managed to get up dignity were written in his baptismal other hand, was given to him by his te-
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