Page 78 - Mediterraneo e dintorni - nr 13
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SPECIALE
              Premio Letterario Caccuri




















                                     I quattro finalisti






                        n evento culturale giovane – è nato nel 2012   suoi sognatori, Adolfo Barone, Roberto De Candia
                        – eppure già prestigioso al punto d’aver me-  e Olimpo Talarico, i quali hanno creduto e creato un
                Uritato l’onorificenza della Medaglia al valore   progetto così importante sfidando ostacoli e luoghi
                 culturale che il Presidente della Repubblica gli ha as-  comuni. La VIII edizione si terrà a Caccuri, antico bor-
                 segnato. Un premio letterario di ottimo livello il cui   go della Sila crotonese, dal 6 al 10 agosto 2019 e pre-
                 merito va ascritto all’Accademia dei Caccuriani e ai   senta i seguenti quattro finalisti:






                                             “Ancora un giro di chiave. Nino Marano. Una vita fra le sbarre”, Baldini e Castoldi
                                             editore, di Emma D’Aquino, immette sin da subito i lettori nelle atmosfere violente
                                             delle carceri. Sono i tanti istituti di pena in cui viene rinchiuso Nino Marano che com-
                                             mette un furto di una bici che gli spalanca le porte della galera, per poi compiere altri
                                             reati fino ad omicidi efferati. Emma D’Aquino, giornalista del Tg1 e noto volto tele-
                                             visivo, racconta in pagine intense ed emozionanti la storia di un detenuto, un uomo
                                             che ha vissuto più vita a scontare pene che in libertà a godersi la sua amata Sarina e
                                             i figli. Il testo è frutto dei racconti che il Marano fa nel tempo alla giornalista che lo
                                             incontra per la prima volta nell’Ucciardone. Tentativi di evasione, tentato suicidio,
                                             violenza, riempiono le righe delle fitte pagine del volume. La penna della D’Aquino
                                             penetra a fondo i fatti, li sviscera, li propone nella loro conseguenzialità. Sembra una
                                             catena maledetta, impossibile a spezzarsi, quella che lega Nino Marano alle celle. A
                                             volte gli episodi appaiono voluti dal destino, altre volte è l’uomo che agisce, sbaglia,
                                             si pente quando ormai è tardi, ricomincia a cadere nel vortice del male. Nino Mara-
                                             no nelle varie carceri entra in contatto con gente di ogni tipo; in prigione nascono
                                             rapporti di amicizia vera, s’instaurano momenti di scambio e di apprendimento. Sa-
                                             ranno alcuni brigatisti a insegnare a Nino il valore del sapere, a spronarlo alla lettura
                                             che gli apre un mondo nuovo dietro le sbarre. Al chiuso Marano coltiva anche la
                  passione per la pittura; sarà una Madonna una delle sue opere più belle. Forse un modo per redimersi, per fuggire, per
                  evadere dal buio. Dai pensieri truci. Dai momenti di non ritorno. E poi dai ricordi, quelli indelebili che segneranno per
                  sempre la sua esistenza. “Ancora un giro di chiave” e noi sentiamo quasi queste chiavi pesanti girare e sbarrare le porte
                  alla vita, alla luce, alla famiglia, agli affetti più cari, a se stessi. Cinquant’anni di galera, compresa l’applicazione del re-
                  gime del 41 bis, cambiano una persona, la stravolgono, la segnano irrimediabilmente. Emma D’Aquino ci consegna un
                  resoconto vero, puntuale di una storia tra le tante a cui la sua scrittura ha il pregio di dare visibilità, togliendola dall’o-
                  blio a cui vicende come questa sono condannate. Un racconto incentrato sulla memoria individuale del protagonista
                  che si apre con sincerità ma anche sulla memoria collettiva, fatta di tanti piccoli casi che reclamano di uscire dall’ombra.
                  Il testo entra con forza nella mente del suo lettore per farlo riflettere, conoscere, capire. Ma non è la mente a trattenerne
                  la parte più bella bensì il cuore in cui restano annidate le infinite emozioni che promanano dalle pagine.




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