Page 80 - Mediterraneo e dintorni - nr 11
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SCRIPTA MANENT
di Daniela Rabia
Le assaggiatrici, un romanzo in cui
la vita sopravvive alla morte
e donne non muoiono da eroi”. dei costi”, a fortiori il cambiamento sospensione che non appartiene né
“LAlle dieci donne che devono prodotto dalla guerra che spezza all’una né all’altra? Dopotutto “Nel
assaggiare per duecento marchi vite, legami, destini. Il matrimonio mondo l’uomo è vivo - ci ricorda in
al mese il cibo di Hitler, piatti buo- di Rosa e Gregor non reggerà sotto i epigrafe la scrittrice con le parole di
nissimi ma “conditi forse con filo di colpi degli eventi e si sgretolerà die- Bertold Brecht - solo ad un patto: se
veleno”, è chiesto di morire al posto tro l’inaccessibilità dell’assaggiatrice può scordar che a guisa d’uomo è
del Führer, in sordina, in maniera berlinese sopravvissuta alla caserma fatto”. Fragilità e forza si mescolano
decisamente poco eroica. Tra loro di Krausendorf. Ma si può veramen- nelle pagine del romanzo della Po-
c’è Rosa Sauer, che, nell’autunno te sopravvivere alla vita? storino, ricordandoci che ogni cosa
del ’43, è appena arrivata da Berlino è sintesi tra opposti e che nelle sfu-
per sfuggire ai bombardamenti ed mature si trova il senso che sfugge
è ospite dei suoceri Herta e Joseph, al definito, al chiaro, allo scuro. Non
mentre suo marito Gregor combat- sarà il cibo avvelenato ad uccide-
te sul fronte russo. La guerra travol- re Rosa Sauer ma la sua capacità di
gerà le loro vite deviandone il corso adattamento e la sua graduale ri-
naturale. nuncia alla ribellione fino all’accet-
Rosella Postorino nel suo straordi- tazione e alla resa. Una morte an-
nario romanzo “Le assaggiatrici”, nunciata da quegli “occhi cerchiati
edito Feltrinelli, vincitore della che erano stati sin da bambina un
56ª edizione Premio Campiello, presagio”. “Come si fa a dare valore
racconta una storia di morte che a una cosa che può finire in qualsiasi
insegue costantemente la vita, di momento, una cosa così fragile? Si
solidarietà femminile che supera dà valore a ciò che ha forza, e la vita
la diffidenza iniziale, di amori che non ne ha; a ciò che è indistruttibile,
nascono in situazioni disperate e la vita non lo è”- scrive l’autrice. La
e impensabili tra estranei. “Del risposta è nella domanda stessa: è la
resto, l’amore accade proprio fra fragilità e la finitudine della vita che
sconosciuti, fra estranei impa- la rende preziosa e genera attacca-
zienti di forzare il confine. Acca- mento ad essa. Augustine, Elfriede,
de fra persone che si fanno pau- Ulla, Leni, Theodora, Sabine, Gerti,
ra”. Un romanzo intenso, ricco di Heike, Beate e Rosa rinnovano la loro
storie che s’intrecciano e tocca- fede nella vita ad ogni boccone spe-
no le corde dell’anima, facendo rando che il cibo sia nutrimento e
immergere il lettore in un mo- non morte e nel farlo insieme si sco-
mento buio della storia dell’umani- prono finalmente complici e forse
tà in cui la luce riaffiora attraverso i O la sopravvivenza è già di per sé una amiche. E sicuramente eroiche. Per-
sentimenti forti dell’amicizia e dell’a- morte annunciata? O ancora tra la ché l’eroismo a volte è solo andare
more. “Ogni cambiamento implica vita e la morte si crea una forma di avanti, superare, sopravvivere.
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