Page 81 - Mediterraneo e dintorni - nr 11
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SCRIPTA MANENT NOIR
                                              di Elia Banelli











                                      Venti di quaresima


                                leonardo Padura Fuentes



             l caso volle che mi imbattessi in   sogno nel cassetto di fare lo scritto-  in prestito l’escamotage del noir per
            Iquesto  romanzo  di  Leonardo  Pa-  re (“un giorno ho scoperto che c’era-  ritagliarsi un angolo personale dove
            dura Fuentes, il primo appartenente   no poche cose belle come racconta-  far confluire i suoi pensieri sulle
            al “ciclo delle quattro stagioni”, du-  re storie, farle leggere dalla gente e   scorrettezze del mondo e le idiosin-
            rante un caotico e gioioso capodan-  far sapere che le avevo scritte io”), ci   crasie del genere umano.  A tratti, il
            no trascorso tra le strade frizzanti de   accompagna tra le insidie e i sotter-  romanzo si concede un rapido flirt
            L’Avana. La particolare situazione ha   fugi di una Cuba lontana dallo ste-  con il  genere erotico, raccontato
            reso ancora più godibile e realistica   reotipo di                 con un lessico talmente elegante
            l’immersione nel cuore di una storia                               da spiazzare il lettore (“lascia che
            che attraversa di sguincio i diversi                                il suo dito goloso corra senza fret-
            generi letterali: il giallo e il noir, con                          ta ma inarrestabile dall’ano alla
            una pennellata di  elementi tipici                                  vulva, dalla vulva all’ano, trasci-
            della narrativa latino-americana.                                   nando umori caldi, sentendo lo
            Quando leggo frasi del tipo  “nel                                   spessore stimolante della base
            quartiere il vento pettinava la calza-                               del pene, rigido e arcigno nel suo
            da come se quello di trascinare con                                  moto perforante, la morbidezza
            sé sporcizia e polvere inerte fosse da                               trapuntata delle due labbra opu-
            sempre il suo unico scopo” oppure                                    lente e abili, che lo risucchiano
            “dal quarto piano di Santos Suàrez si                                come una palude implacabile”).
            godeva una vista privilegiata di una                                  Non mancano i momenti oscu-
            città che, osservata dall’alto, sem-                                  ri, difficili, complicati, i tormenti
            brava ancora più decrepita, sporca,                                   quotidiani  contro cui  il  nostro
            inaccessibile e ostile”, riesco a imme-                               protagonista deve pur sempre
            desimarmi in ciò che il nostro autore                                 fare i conti (“non c’è niente di
            sta descrivendo, se non altro perché                                   dolce nelle notti di un poliziot-
            proprio in quel momento sto pas-                                       to, perché ogni ricordo e ogni
            seggiando su calle San Ignacio, col-                                   speranza porta con sé la mac-
            ma di effluvi acidi emanati da casso-                                  chia impressa dall’orrore quo-
            netti traboccanti di spazzatura. Per                                   tidiano della sua vita”).
            alcuni aspetti, l’Avana non sembra                                      Nel complesso, “Venti di Qua-
            molto cambiata rispetto agli anni                                    resima” è un romanzo credibile,
            ’80 raccontati da Padura. Il protago-     paradiso caraibico appic-  caratterizzato da una scrittura flui-
            nista della storia, il detective Mario   cicatogli addosso dai turisti di mez-  da e garbata, colta e profonda. Non
            Conde, poliziotto sui generis, sensi-  zo mondo.                  consigliato a chi vorrebbe un thriller
            bile al fascino del gentil sesso (“un   In questo romanzo c’è poca azio-  pomposo in salsa americana, tutto
            istinto recondito da animale adde-  ne e poco sangue, gran parte della   splatter e tensione che si taglia con
            strato guidava sempre i suoi occhi   storia è incentrata sulle indagini e   il coltello, ma a chi predilige una tra-
            fino alla figura femminile più bella   sugli interrogatori, con largo spazio   ma più sofisticata e un affascinante
            tra le presenti, come se la ricerca del-  dedicato alle riflessioni esistenziali   noir da gustare con calma per pro-
            la bellezza rientrasse nelle sue ne-  e alle idee del detective Mario Con-  iettarsi in un’isola lontana, in attesa
            cessità vitali”) del buon cibo e con il   de, quasi che Padura avesse preso   del prossimo cambio di stagione.











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