Page 86 - Mediterraneo e dintorni - nr 1 -2020
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I RACCONTI DI ENEA










                                                           di Enea Rotella
































                                                    Spartaco





                   e terre della Magna Grecia nel corso dei secoli sono   schiavi erano diventati liberi, e gli ultimi parte integran-
                Lstate attraversate da artisti, filosofi, uomini di fede, po-  te di un progetto più grande. Ma come accade nelle più
                litici di alto rango e condottieri le cui gesta ancora oggi   belle e intriganti storie, raggiunto il culmine della loro
                vengono narrate. Tra tutti i guerrieri forse quello mag-  importanza iniziò a serpeggiare l’ombra dell’avarizia e
                giormente carismatico è Spartaco. Il suo nome venne   della superbia. I Galli e i germani decisero di abbandona-
                urlato sui campi di battaglia della Campania, Lucania e   re Spartaco dedicandosi al saccheggio e alla distruzione
                Calabria così come venne sussurrato, temuto e disprez-  di interi villaggi.
                zato nell’antico senato romano. Un uomo che mise al   La battaglia finale inesorabilmente stava per avvicinarsi
                primo posto la libertà sua e dei popoli attirando su di sé   anche se gli storici ad oggi non sanno di preciso dove si
                l’ira di interi eserciti. Disertò dalla milizia romana per via   sia consumata: secondo alcune fonti nei territori lucani,
                della disciplina intransigente a cui dovette sottoporsi. La   per altre in quelle calabresi. Plutarco narra che Spartaco
                sua fuga non durò molto, fu catturato e condannato dal-  nell’ultima battaglia uccise il suo cavallo: quella sarebbe
                la legge militare romana a vestire i panni da gladiatore.   stata per tutti loro la morte o l’inizio di una nuova vita. Ma
                Ma anche questa vita fatta di arene e polvere, di sangue e   l’ineluttabilità del Fato mise la parola fine a quei giorni di
                schiavitù ben presto fu ripudiata.                gloria. Per tutto il tempo dell’ultima battaglia il ribelle fu
                La storia narra che Spartaco insieme ad altre decine e   lì, in mezzo ai fendenti di lancia e spade, pronto a ribatte-
                decine di gladiatori, scappò dallo schiavista Lentulo per   re colpo su colpo mentre i suoi compagni iniziarono ad
                rifugiarsi nei pressi del Vesuvio. Quei giorni verranno ri-  abbandonare il campo una volta vistosi sopraffatti. Ed è
                cordati come la terza guerra servile (73 a.c.) che ebbe ini-  proprio in questo punto dove finisce la vita, dove termi-
                zio con la Battaglia del Vesuvio. La legione romana fu co-  na la storia, che ha inizio la leggenda. Secondo i racconti
                stretta alla ritirata dopo che gran parte dei soldati erano   di Plutarco il suo corpo non fu più ritrovato, per altri riuscì
                stati sterminati da Spartaco e dai suoi compagni, dopo   a fuggire, per altri fu crocifisso insieme a decine e decine
                una mossa strategica che gli aveva consentito di accer-  di prigionieri lungo la via Appia. Non avremo mai l’asso-
                chiare l’accampamento romano. Le battaglie iniziarono   luta certezza se sia realmente morto tra la Lucania e la
                a susseguirsi una dopo l’altra, aumentavano le vittorie e   Calabria; quello che rimane sono i suoi sogni di libertà ed
                di pari passo i bottini di guerra che venivano equamente   eguaglianza che non sono rimasti soffocati negli strappi
                suddivisi con tutti. Era nata una comunità forte dove gli   della sua carne lacerata.



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