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BENESSERE/WELNESS
Le piante
fitoalimurgiche
un tesoro da ri-scoprire Ortica
di Giulio Francesco Valeriano - chimico e tecnologo farmaceutico, farmacista
iffuse in maniera ubiqui- passeggiata in campagna, nei boschi
taria da nord a sud carat- o sui prati; senza mai dimenticare
terizzano il territorio dove che anche il naturale richiede mol-
Dcrescono: sono le piante ta attenzione, e che vanno raccolte
fitoalimurgiche o semplicemente e consumate solo le piante di cui co-
alimurgiche, le stesse che nella fretta nosciamo con certezza l’identità, per
della routine quotidiana precipitosa- non incorrere in pericolosi equivoci Malva
mente bolliamo come erbacce. Eppu- che possono dar luogo a gravi intos-
re in tutti i periodi della storia dell’uo- sicazioni. Le piante fitoalimurgiche
mo contraddistinti dalle carestie, presentano una dualità, sono allo
queste ”umili” piantine hanno spesso stesso tempo commestibili e possono
rappresentato la principale se non essere utilizzate come “rimedi della
l’unica fonte di sostentamento, da qui nonna” per risolvere piccoli fastidi
l’etimologia del termine fitoalimugia: quotidiani; in realtà oggi il metodo
phytòn dal greco, pianta; e alimenta scientifico e gli strumenti a nostra di-
urgentia dal latino, alimentazione in sposizione ci danno la possibilità di
caso di necessità. Portulaca, malva, indagare a fondo le proprietà delle
borragine, ortica, tarassaco, camomil- singole piante, confermando spesso
la solo per citarne le più comuni, sono quello che le nonne sapevano da seco- Portulaca
le piante spontanee edibili che ostina- li per esperienza empirica. Quelle che
tamente continuano a crescere anche un tempo erano conoscenze acquisite
nella città più cementificata sfruttan- e patrimonio della civiltà contadina,
do i minimi spazi potenzialmente co- oggi diventano oggetto di interesse
lonizzabili: le crepe dei muri, gli inter- delle cucine ricercate; si moltiplicano
stizi tra le tegole, i bordi delle strade i corsi di erborizzazione finalizzati al
e perfino l’asfalto. Ovviamente l’am- riconoscimento delle piante magari
biente urbano è il luogo meno adatto proponendoli come passeggiate bota-
per raccoglierle ai fini alimentari, ma niche, con pranzo finale che prevede
può rappresentare una palestra per vari piatti a base delle erbe raccolte.
imparare a riconoscerle e dare loro un Non si tratta di una moda passegge- Tarassaco
nome, sottraendole all’oblio in cui le ra, semplicemente della necessità di
releghiamo etichettandole come er- ricongiungersi a quella natura di cui
bacce, quasi come fossero un fastidio. l’uomo è parte integrante e non il do-
La nostra cultura antropocentrica ci minatore; come sostengono alcune
porta troppo spesso a ignorare ciò che filosofie olistiche essere consapevoli
la natura pone sul nostro cammino, ri- del “qui e ora” con i piedi (le radi-
schiando cosi di perdere un patrimo- ci) ben piantati nel passato, fonte di
nio non solo alimentare, ma botanico cultura in senso lato ed esperienze.
e anche linguistico. Sì, perché queste Imparare a utilizzare nuovamente le
piante raccontano una storia locale alimurgiche ci permette di ri-scoprire
e universale; ogni gruppo umano le antichi (e nuovi per noi) sapori, for-
ha chiamate nel tempo con il proprio nendo al nostro organismo vitamine, Borragine
dialetto. Tutto ciò ha dato luogo a sali minerali, fibre, sostanze amare,
piatti tipici regionali, ad una cultura utili per il suo benessere. In natura le
gastronomica tipica del luogo e oggi piante commestibili spontanee sono
grazie alla facilità di viaggi, scambi e molto di più delle poche che l’uomo
ai social è divenuta cultura universa- ha scelto per le coltivazioni intensive
le, antropologia culinaria, patrimo- che permettono la resa in produttività
nio di tutti. Le alimurgiche destinate ma impoveriscono la biodiversità.
all’alimentazione umana vanno rac- Non dimentichiamo mai che l’uomo
colte solo ed esclusivamente lontano esiste e può vivere perché ci sono le
dai centri urbani e dalle fonti inqui- piante che, oltre a fornirci l’ossigeno,
nanti, magari approfittando di una rendono vivibile il pianeta Terra. Camomilla
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