Page 73 - Mediterraneo e Dintorni - Numero 1
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SCRIPTA MANENT
                                              a cura di Ubaldo Biblio
            Dal classico...


                                      “Sulla Riva dello Ionio”


                                      Scritto da George Gissing nel 1901 (titolo originale: By the Ionian Sea) e pub-
                                      blicato in Italia solo nel 1957, descrive il viaggio nell’Italia Meridionale fatto
                                      dall’autore inglese nel 1897 alla ricerca dei luoghi magno-grechi. Gissing in-
                                      fatti è un  ero ammiratore del mondo classico e seguendo la scia del francese
                                      Francois Lenormant, il quale aveva e ettuato un simile tour qualche anno pri-
                                      ma, osserva le bellezze della natura, il carattere degli abitanti, le consuetudini,
                                      annotando tutto. Il suo viaggio parte da Napoli, dove, fra le altre cose, ciò che
                                      annota soprattutto sono gli sventramenti urbani e le successive ricostruzioni
                                      avvenute nella città partenopea. Forte è il suo sgomento per una modernizza-
                                      zione che – a suo dire – cancella le tracce più nobili e più importanti dell’anti-
                                      chità, sicché sentenzia: “Quale contrasto fra il pittoresco di prima e la volgarità
                                      cosmopolita che ne ha preso il posto!”. Critico appare anche nel prosieguo del
                                      suo viaggio laddove i fasti delle antiche civiltà non sono riscontrabili nella si-
                                      tuazione che si presenta dinnanzi ai suoi occhi e che, invece, avrebbe voluto
                                      osservare tutto ispirato dai suoi rimandi alla classicità. È quello che Gissing
                                      registra sbarcando in Calabria, a Paola, per poi proseguire verso Taranto, Me-
                                      taponto, Crotone e Catanzaro. Quindi termina il tour a Reggio, da cui ammi-
                                      ra e descrive la magni ca visione dello Stretto, tra le mitiche Scilla e Cariddi.
                                      Un’esperienza  certamente originale e insolita, in cui il romanziere inglese scri-
                                      ve dettagliatamente i suoi appunti di viaggio conditi di considerazioni ora di
                                      stampo storico, ora pittoresche. Tutto sommato, un libro ancora oggi utile per
                                      capire come eravamo, e come eravamo visti da occhi forestieri.
                                                                             ...al moderno


            “Vivere per addizione e altri viaggi”

            Uscito nel 2010, questo libro è un insieme di racconti scritti in vari momenti, anche
            fra un romanzo e un altro realizzati dallo stesso scrittore. Carmine Abate, originario
            di Car zzi – piccolo comune del crotonese a metà strada tra lo Ionio e la Sila -, ap-
            partenente alla cultura arbëreshë e vincitore del premio Campiello 2012, a ronta
            la tematica dell’identità, del territorio, dei viaggi, dei popoli. Racconta prevalente-
            mente storie di emigrazioni tra Germania, Italia e Francia, ma anche il ritorno nella
            terra natìa, gli incontri, i paesi calabresi che si spopolano, nuova gente che arriva
            da lontano. Storie a volte dolorose, a volte bizzarre; come realisticamente succede
            nelle vicende di chi – per una ragione o per un’altra - si trova ad essere un errante al
            di qua e al di là dei con ni. Vite vissute, incrociate, sudate, so erte. C’è tutto questo
            nella narrazione che Carmine Abate o re ai suoi lettori. E anche di più: infatti non si
            tratta esclusivamente di racconti di emigrazione quanto piuttosto una narrazione
            investigativa fondata su un concetto molto caro all’autore: un uomo non è mai e
            non è solo del posto in cui è nato, ma assomma l’insieme dei posti in cui è vissuto.
            E non è necessariamente drammatico dividersi tra due o più mondi: si può vivere
            per addizione. E tutto questo si risolve, al  n  ne, in un valore personale aggiunto
            poiché è come se ci fossero più vite da raccontare. Probabilmente qui c’è per intero
            la  loso a dell’autore di Car zzi, e non è un caso che la critica abbia visto in tali rac-
            conti una vera e  propria autobiogra a. Un libro che - attraverso le storie di emigra-
            zione – può aiutarci a comprendere da un’altra prospettiva mentale cosa sia una
            persona rispetto alle esperienze multiculturali che vive, cosa rappresenti l’Italia e
            l’Europa, cosa sia il Sud. E – perché no? - cosa sia il Mediterraneo.



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