Page 22 - Mediterraneo e Dintorni - Numero 1
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fermarci per spostare dalla stra- ando un territorio così suggesti- saraceni, gli arabi, che la deva-
da alcuni massi staccatisi dalle vo che i contadini, osservandolo starono e mandarono i suoi abi-
pareti. Ne appro ttavamo, allora, ogni giorno, lo trasformavano in tanti in Africa, vendendoli come
per ammirare le valli profonde, mostri da temere o creature so- schiavi. Lasciammo la macchina
che arrivavano no al mare. La vrannaturali. L’isolamento forza- all’ingresso del borgo e ci incam-
sensazione era quella di essere to e la di coltà delle comunica- minammo tra i vicoli, scoprendo
dominati dalla natura, maestosa zioni avevano protetto la lingua belle vedute, e graziosi scorci. At-
in questo tratto di Calabria. Geo- grecanica, permettendo anche traversando la via IV Novembre
logicamente, ci trovavamo den- alle antiche tradizioni d’arrivare arrivammo nella piazza principa-
tro un territorio molto antico. no ai giorni nostri. le del paese. Erano le due del po-
L’Aspromonte si era formato pri- Bova apparve all’improvviso. Ag- meriggio e non avevamo ancora
ma delle Alpi e degli Appennini e grappata ai lati della montagna pranzato. Trovammo una piccola
questo ci aiutava a capire perché e dominata dai resti del castello, bottega accanto a Palazzo Nesci,
il territorio presentava una mor- si a acciava verso il mare Ionio, e comprammo un panino. Tor-
fologia così unica: l’aria, l’acqua, mare dal quale si teneva a dovu- nammo in piazza e mangiammo
il vento, per secoli avevano pla- ta distanza, visto che lungo i se- seduti sui gradini del Comune. La
smato, giocato con le rocce, cre- coli, da lì, arrivarono i vandali, i piazza era piuttosto desolata, il
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