Page 94 - Mediterraneo e dintorni - Maggio 2020
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SOCIETÀ/SOCIETY
Il Giro d’Italia
Maggio del 1909: nasce la “corsa rosa”
di Nicola Carlone - giornalista
C ome un fotografo furono 2447, con 89 ore di il calcio nei tempi fra le due
corsa a 27 km di media oraria.
eterno, il Giro ha
guerre: essa non era la
stessa dei decenni
seguito il Paese passo
Il percorso fu un vero giro del
passo, andando
Milano, sede organizzativa, e
Roma, Milano e
a immortalare tutta la sua Paese, con la sua partenza da successivi ma
evoluzione socio-economica, le poi la discesa verso Bologna, Napoli furono
sue strade, le case, le macerie di quindi Chieti, con arrivo in all’altezza della
due guerre mondiali. E, ancora, salita. Poi la traversata dei corsa che
le rinascite, il Boom economico, Monti appenninici per andare
quello turistico. Poi la radio in a Napoli, proseguendo per la
diretta; la tv, prima in differita, Capitale, Firenze, la monarchica
poi direttamente dai traguardi, Torino dei Savoia e Milano al
infine con elicotteri e moto. Castello Sforzesco dove ogni
Ciclisti da vecchio secolo, con giorno, sul cancello,
bici altrettanto antiche e senza venivano messi
cambio, perché Tullio fogli con notizie
Campagnolo non lo aveva e classifiche.
ancora inventato, alleviando le Il primo
fatiche sulle salite e nelle crono. nome
La “Corsa rosa” nasce nel 1909,
partendo il 13 maggio alle 3
del mattino da Piazzale Loreto,
quello ben noto a fine guerra,
con la tristissima esposizione
del Duce e della Petacci appena
uccisi. I 127 ciclisti, divisi in
sette squadre,
furono scrupolosamente
fotografati come si fa in carcere, consegnato
per evitare furbate e scambi agli almanacchi fu quello
in corsa. Alla fine, a Milano, di Luigi Ganna, maglia
ne sarebbero tornati solo 49 e rosa con classifica
nemmeno uno in più. Infatti, punti, davanti a Galetti
uno di loro, nella Roma-Firenze, e Rossignoli. Pensate,
passando per Civita Castellana, se la classifica fosse stata a
si accorse che vi transitava la tempo, l’ordine sarebbe stato
ferrovia e si sfilò dal gruppo, invertito. Ganna prese anche avrebbe seguito
salendo sul treno, per poi l’Oscar della sfortuna ma fu tutto il Paese nel suo
scendere a Pontassieve. testardo sempre e sino alla fine: viaggio, sino ai nostri giorni.
Mica per vincere, solo per cadde al suo entrare per primo E ci avrebbe fatto scoprire
ammazzare la fatica che era nell’ippodromo di Bologna, si l’emozione dei racconti di Indro
enorme, impensabile ai nostri rialzò in tempo, sbagliò strada Montanelli, Dino Buzzati, le
giorni. Le tappe di quella sulla salita di Chieti e alla fine, radiocronache di Mario Ferretti
primissima edizione furono a due passi da Molano, un che fermavano gli italiani ogni
otto, ma si corse dal 13 al 30 passaggio a livello gli permise pomeriggio perché correva
maggio, dunque con riposi di rientrare sui fuggitivi. Fausto Coppi contro Gino
ad ogni tappa. I chilometri La folla del ciclismo batteva Bartali. Il ciclismo batteva il
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