Page 54 - Mediterraneo e dintorni - nr 18
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by cypress trees arranged in majestic rows below. And when   Val d’Orcia is not meant to be crossed by a rush, by a hasty
                   you think of the Tuscan landscape, its icons, the cypresses   and superficial tourism. Paths, carriages, paths invite the vi-
                   and the farms, to the perfection of its hills, of an intense ocher   sitor to move slowly, to savor what he sees, to stop in front
                   color in autumn, delicately whitewashed in snow in winter,   of the views and monuments but also in front of the details
                   a velvety green in spring, and a rich in gold in summer, with   of the landscape. With three days available, you can start
                   its countryside that seems to be combed as far as it is cured,   from  Montalcino,  a  splendid  medieval  village,  known  for
                   Val d’Orcia immediately appears as a concentrate of Tuscan,   the production of Brunello wine, and from the silent Abbey
                   renowned and appreciated over the centuries. Not surprisin-  of Sant’Antimo, nestled in a valley of olive trees that frame
                   gly, this particular natural and human context has influen-  the austere and mystical atmosphere of the monastery, and
                   ced the painters of the ‘500, to the point of becoming an iconic   then head towards San Quirico d’Orcia, the hub of the Via
                   witness of one of the most flourishing artistic and cultural   Francigena, the ancient road that from distant Canterbury
                   movements in Italy: the Sienese School.        reached the Eternal City, to reach Pienza, the “ideal city” of











                Piccolomini, che offre capolavo-
                ri artistici  imperdibili  ed eventi
                tradizionali caratteristici, come
                la Festa dei Fiori in primavera o
                il Palio del Cacio al Fuso in au-
                tunno. Dal belvedere di Pienza è
                possibile  ammirare  uno  dei  pa-
                norami più rinomati e suggesti-
                vi sulle colline della Val d’Orcia
                meridionale fino alle pendici del
                Monte Amiata. Tra Pienza e San
                Quirico d’Orcia si entra letteral-
                mente dentro un quadro tra col-
                line brulle, colori irreali, strade
                bianche che salgono sinuose e
                vengono  accompagnate  da  fila-
                ri di cipressi, piccole pievi nelle
                campagne. La strada lambisce il
                territorio delle Crete senesi; così
                volgendo lo sguardo verso nord
                si possono ammirare calanchi e
                biancane, erosi dalla pioggia e dal
                vento e che restituiscono al pae-
                saggio un elemento unico che tra
                la terra grigia dell’inverno, dona
                pennellate di bianco calcareo. A
                metà strada tra Pienza e San Qui-
                rico d’Orcia c’è, nascosta dietro
                una collina, la piccola Cappella
                della  Madonna  di  Vitaleta:  im-
                mersa nei campi coltivati e con-
                tornata da cipressi, è stata eretta
                nel 1553 su un tabernacolo più
                antico, nello stesso posto in cui la
                Madonna sarebbe apparsa a una
                pastorella. La visita è consigliata
                soprattutto al tramonto, quando i
                raggi dell’ultimo sole illuminano
                la graziosa facciata rinascimenta-
                le e creano suggestive atmosfere



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