Viaggio in Bretagna, finis terrae

Foto di Claudio Moriggia*

Testo e organizzazione del viaggio: Marco Ciceri

 

C’è una zona del continente europeo, il Finistère, in cui si credeva che finisse la terra tant’è che il suo etimo deriva dal latino finis terrae. Siamo in Bretagna, un angolo di mondo proteso verso l’Oceano Atlantico, nella parte nord-occidentale della Francia, caratterizzato da scogliere sferzate dal vento, baie rocciose e colorate, pittoreschi villaggi sul mare, castelli e borghi medievali, foreste nell’entroterra. Qui c’è anche la più alta concentrazione di fari al mondo. Il nome bretone di questa regione è Breizh. I Romani la chiamarono Armorica, da Ar-Mor che significa “il mare” in celtico. Tutt’oggi la Bretagna è divisa nell’Armor, la zona costiera appunto, e nell’Argoat, che indica la foresta e la terra. Come si intuisce dal toponimo, questa suggestiva e leggendaria punta d’Europa fu anticamente occupata da popoli britannici. Oggi conta quattro milioni di abitanti sparsi su un territorio conosciuto soprattutto per i suoi 2.700 chilometri di costa in cui si alternano spiagge sabbiose, rocce scolpite e isole dimenticate. E tanti fari, silenziose e maestose sentinelle del mare che ho inseguito e utilizzato come riferimento in questo mio tour fotografico.

Phare-de-cap-fréhel

Point du Raz è un promontorio che spesso viene considerato come la punta più occidentale della Francia; in realtà questo primato spetta a Point de Corsen, poco più a Nord. Se vi trovate da queste parti vale la pena percorrere 50 chilometri per visitare la città di Quimper. Poco prima di arrivare sulla punta del Quiberon si incontra un luogo particolare: il cimitero delle barche di Magouer, con scheletri di pescherecci adagiati sulla riva.

Phare-de-Pontusval

A Ploungonvelin, invece, dalle rovine di un’antica abbazia emerge il faro di Saint-Mathieu, costruito nel 1835. Ma è nei suoi dintorni che si trova il gigante: il faro dell’Ile Vierge, infatti, con i suoi 82,5 metri di altezza e 397 gradini, risulta essere non solo il più alto del Finistère ma dell’intera Europa, togliendo di poco tale primato alla Lanterna di Genova. Il tour prosegue verso Kermorvan dove un ponte in granito collega alla terraferma il faro più occidentale della Francia. La tappa successiva presenta anfratti e massi arrotondati dalla potenza delle acque oceaniche: siamo a Pontusval. A seguire si resta sorpresi dai colori offerti dal nuovo scenario: è quello di Ploumanac’h, un sito naturale la cui fama è dovuta al granito rosa; qui, a pochi chilometri dalla costa, sorge anche la Riserva Naturale delle Sette Isole.

Le-Mont-Saint-Michel

Un altro paradiso inaspettato è l’intera zona di Cap Fréhel, forse il panorama bretone più bello, un pianoro grande, selvaggio, fiorito, con scogliere che precipitano per 70 metri nell’Oceano sottostante. Il faro qui ubicato è particolarmente potente ed in grado di irradiare il suo segnale luminoso fino a 120 chilometri. Nei dintorni è obbligatoria la tappa alla città-fortezza di Saint-Malo e a quella medievale di Dinan. Dopodiché il cammino ci conduce ad uno dei siti più famosi e incredibili al mondo, Mont Saint-Michel,  che in bretone si dice Menez Mikael ar Mor. Anche se qui siamo già in Normandia.

 

*  Milanese di nascita, vive a Varese. Si avvicina alla fotografia nel 2010 ma inizia ad intraprendere questo percorso seriamente nel 2014 «quando ho avuto la possibilità di comprarmi una macchina fotografica Reflex; da allora non ho mai smesso di scattare, sopratutto fotografia paesaggistiche. Non sono un fotografo di professione, ma la fotografia è certamente la mia passione: riuscire a suscitare emozioni tramite uno scatto trovo che sia un dono meraviglioso da poter condividere; spesso cerco di perdermi nella natura per catturare ogni suggestione che ci regala. Ogni attimo è un’emozione diversa. Vivo di sensazioni… scatto emozioni.»

 

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