di Daniela Rabia
Tutto sarà perfetto. Un giorno, forse. Sarà perfetto scardinare le regole ferree per Marina incapace di gestire la sua ansia, sarà perfetto sovrapporre ai ricordi del passato l’immagine della Procida di oggi per Libero Scotto, sarà perfetto mantenere le cose come sono per Andrea che ha scelto di non soggiacere a regole di alcun tipo ed è claustrofobico ai rapporti familiari.
Lorenzo Marone torna a stupire il suo pubblico di lettori con un quinto romanzo, “Tutto sarà perfetto”, edito ,da Feltrinelli. Una delle tematiche centrali è l’amore spezzato che “s’infila sottopelle e a volte non se ne va più, s’incista e diventa parte di te, e tu lo porti in giro, a vivere, a fare altre cose, a perdere tempo, persino a divertirti, senza sapere che lui è lì, e non scomparirà senza il tuo intervento”. Ci fa camminare per le vie di Procida allontanando lo sguardo dalla sua Napoli alla ricerca dell’isola per antonomasia, suggestionato dal confessato amore per “L’isola di Arturo” di Elsa Morante. Ci fa ammirare la natura e i paesaggi “ai piedi del Tirreno” e al contempo ci fa viaggiare all’interno dell’animo umano con una raffinata tecnica d’introspezione psicologica e con un gioco narrativo che trasporta dal passato al presente in vista del futuro. Un flusso di coscienza ininterrotto si riversa in macchie d’inchiostro e riempie la fitta trama d’intrecci, di personaggi, di vite. “La vita è fatta di attimi di perfezione nei quali arriva la giusta luce e tutto ci appare come deve essere, e forse il segreto non è cercare di prolungare questi attimi, di fermarli a ogni costo, che nulla può essere fermato, ma accontentarsi di godere del bello, di scorgerlo”: è questo il potente messaggio che l’autore si riserva di svelare nel finale quando il lettore, che ha scorso avidamente le pagine del libro, ha intuito che la perfezione attiene all’attimo di vita e non all’intero arco di un’esistenza. Eppure è la parola ultima dello scrittore a suggellare questa certezza.
L’opera di Lorenzo Marone in chiaroscuro, cifra stilistico narrativa della sua scrittura, mescola leggerezza e profondità, gioia e dolore, afflizione e speranza, riproducendo nel microcosmo esaminato il macrocosmo. Da Procida ci spostiamo in ogni angolo del mondo perché i rapporti umani, quelli familiari, le dinamiche interpersonali non mutano al mutare dei luoghi. L’umanità al centro di “Tutto sarà perfetto” è ovunque tesa a quell’armonia episodica e frammentaria che ordina il caos e il magma di sentimenti che è dentro ciascuno di noi e di vicende che si vivono fuori. Un anelito alla libertà penetra tutte le righe del romanzo perché è la libertà che scardina logiche ferree che imprigionano menti, coscienze e animi e regala quella felicità che, seppur per poco, maschera la nostra infelicità assorbita dalle case che “spesso se ne fanno carico e ne restano divorate, e poco alla volta ammuffiscono e si riempiono di macchie alle pareti…”. Lorenzo Marone ci ha provato a dipingere quelle macchie coi colori accesi dell’ottimismo e a regalarci con questo suo lavoro ore di felicità. E ci è riuscito.