*di Antonio Mazzei*
La recentissima esclusione della nazionale di calcio italiana dalle qualificazioni ai mondiali del Qatar del prossimo inverno ha accelerato l’articolata discussione, già da qualche tempo in atto nel nostro paese, sulle criticità del modello organizzativo di quello che da sempre è considerato lo sport nazionale per eccellenza. Ma la questione non riguarda solo il calcio ed investe, a vario titolo e con diversi profili di approfondimento, anche le altre discipline sportive. E l’esclusione dei mondiali degli “azzurri” è solo la metafora apicale di un modello complessivo del settore Sport che và ripensato e sostenuto per gli impatti che è in grado di generare sul paese; tale ripensamento deve avere origine da una buona dose di investimenti sull’intero arco della filiera, partendo dalle scuole fino alla pratica amatoriale, dilettantistica e, infine, a quella professionale. Vale la pena qui ricordare che il mondo dello sport rappresenta in Italia una delle principali reti associative e la pratica sportiva produce un impatto positivo sul benessere e sulla qualità della vita dei cittadini, riducendo il costo sanitario pro capite. In Italia ci sono oltre 1 milione di operatori dello sport, 70.000 associazioni e società sportive, e i cittadini che praticano sport superano i 20 milioni.
Pertanto, lo Sport in Italia, oltre ad essere un fenomeno culturale, sociale e sanitario, rappresenta un importante e strategico settore dell’economia nazionale con un significativo numero di addetti e operatori (oltre 100.000, pari allo 0,53% dei lavoratori occupati nello sport sul totale degli occupati in Italia vs. 0,76% a livello europeo) e un importante impatto, diretto e indiretto, sul prodotto interno lordo.
La crisi strutturale, cui si è fatto cenno, è stata inoltre acuita dalla crisi pandemica Covid, e per queste ragioni il PNRR affronta la questione su diversi scenari di investimento.
In primis il Piano, nell’ambito della Missione 4 – che riguarda più genericamente il potenziamento dei servizi all’istruzione – affronta la questione infrastrutture sportive nelle scuole prevedendone il potenziamento con una quota destinata di 300 milioni di euro; investimento che si inserisce in un più ampio quadro di interventi a sostegno delle infrastrutture scolastiche nazionali, le quali, in particolar modo al Sud, versano in condizioni genericamente al limite della sufficiente praticabilità.
Inoltre, attraverso la Missione 4, Componente 1, Investimento 1.3 “Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola” si intende raggiungere l’obiettivo di valorizzare, anche attraverso l’affiancamento di tutor sportivi scolastici, le competenze legate alle attività motorie e sportive nella scuola primaria, “in modo da promuovere stili di vita salutari, contrastare la dispersione scolastica, garantire l’inclusione sociale, favorire lo star bene con se stessi e con gli altri, scoprire e orientare le attitudini personali, per il pieno sviluppo del potenziale di ciascun individuo”. Secondo i dati dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica il 17,1% delle scuole primarie non dispone di palestre o strutture sportive e nelle regioni del sud la percentuale sale al 23,4% che diventa il 38,4% se si prendono in considerazione anche le scuole del secondo ciclo di istruzione. Quando invece è proprio nella scuola primaria e secondaria che maturano le proprie inclinazioni e i propri talenti, anche nello sport e, per tale motivo, il paese deve restituire le condizioni minime di praticabilità affinchè questi talenti possano trovare gli strumenti fondamentali per esprimersi al meglio. Il Piano prevede che con le risorse stanziate si è in grado di intervenire su circa 400 palestre o strutture sportive scolastiche.
La questione Sport viene poi ripresa in maniera decisa anche nell’ambito della Missione 5 in cui viene riconosciuto il ruolo dello sport nell’inclusione e nell’integrazione sociale. In particolare la Missione 5, Componente 3, Investimento 3.1 “Sport e inclusione sociale” favorisce il recupero delle aree urbane puntando sulla realizzazione di impianti sportivi e parchi urbani attrezzati, al fine di favorire l’inclusione e l’integrazione sociale, soprattutto nelle zone più degradate e con particolare attenzione alle persone svantaggiate.
In questi giorni sono stati per l’appunto pubblicati sul sito del Dipartimento per lo Sport due Avvisi pubblici relativi alla MCI 5-3-3.1 “Sport ed inclusione sociale”. Gli avvisi individuano tre cluster di intervento: CLUSTER 1 – realizzazione di nuovi impianti sportivi, la cui dotazione finanziaria è di 350 milioni di euro; CLUSTER 2 – rigenerazione impianti esistenti, la cui dotazione finanziaria è di 188 milioni di euro CLUSTER 3 – destinato ad interventi proposti dai Comuni e rilevanti per le Federazioni sportive Nazionali e Paraolimpiche, la cui dotazione finanziaria è di 162 milioni di euro.
Il primo Avviso relativo ai Cluster 1 e 2, è destinato ai Comuni capoluogo di Regione, ai Comuni capoluogo di Provincia con popolazione superiore ai 20.000 abitanti e ai Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, per la realizzazione o la rigenerazione di una delle seguenti tipologie di impianto sportivo: impianto polivalente indoor, Cittadella dello sport o impianto natatorio.
Il secondo Avviso relativo al Cluster 3, è invece destinato a tutti i Comuni ed è finalizzato alla realizzazione di nuovi impianti o alla rigenerazione di impianti esistenti che siano di interesse delle Federazioni Sportive. Il coinvolgimento delle Federazioni permetterà di accrescere l’efficacia delle iniziative per la promozione della cultura sportiva e della partecipazione allo sport, garantendo la medesima visibilità a tutte le discipline.
La previsione programmatica e finanziaria delle misure del PNRR previste a sostegno dello Sport ci fa comprendere che il successo o l’insuccesso a livello professionistico, come essere rimasti fuori dal mondiale di calcio per la seconda volta consecutiva, assume certamente meno importanza in confronto alla possibilità di fare in modo che praticare sport diventi una condizione di normalità per tutti indistintamente e sin dalla prima infanzia.
Con il Piano abbiamo un’altra occasione “sportiva” da non perdere: questa volta non sbagliamo il play off!