di Massimo Lucidi
Amici, sin dal primo numero del nostro «Mediterraneo e ditnorni» avete letto una rubrica dedicata alla Netiquette. Ampi riferimenti al Networking e alla Netreputation non sono mancati in questi numeri che ci hanno accompagnato fin qui… all’estate 2020. È bene che, giunti ad agosto di un anno davvero molto particolare, fin qui vissuto convivendo con la prima pandemia al tempo 4.0 che ha seminato morte e paura, danni economici e psicologici, partiamo da una riflessione sotto l’ombrellone. Grazie a tre mesi di lockdown la maggior parte di noi ha imparato a usare di più e meglio il web.
Possiamo parlare di web delle opportunità. In tanti abbiamo assunto una maggiore consapevolezza nell’uso della rete ma anche imparato a usare tante funzioni nuove. Meno viaggi e incontri di lavoro ma più videoconferenze e incontri virtuali. Certo adesso siamo in spiaggia e ai monti… siamo lontani dal centro dei nostri interessi. Dai luoghi di lavoro. Ma per incanto abbiamo capito che il web annulla le distanze e soprattutto la tradizionale rigida distinzione tra centro e periferia. Molti di noi iniziano a pensare che tutto sommato vivere in un piccolo borgo non sarà poi peggio di un centro città. Anzi. Quasi quasi io rimarrò a lungo in Calabria… e la Milano dei servizi non mi mancherà perché si è digitalizzata. Lo smart working ha iniziato a prendere piede a Roma e se la linea 5G arriverà presto davvero dappertutto non avremo più il digital divide e allora il Sud avrà un’opportunità da cogliere al volo.
Cosa dobbiamo fare tutti per dare una mano a questo processo ineludibile? Mettere contenuti digitali in rete. Raccontare un Sud e un Paese diverso. Più sensibile e sostenibile. Più aperto a competere sul piano internazionale e meritevole di una considerazione diversa. Fare contenuti. Di qualità. Delle storie che meritano di esser conosciute. Per questo ci siamo, e in questo spirito e di questo spirito è impregnato il nostro magazine.