Page 40 - Mediterraneo e dintorni - nr 6
P. 40

Porta di Damasco

               ra riuscirà a passare i check-point. E se un bambino è  trovarsi nella città delle tre grandi religioni monoteiste
               grave in Palestina e deve essere trasportato d’urgenza  (ebraismo, cristianesimo e islamismo), ma di avverti-
               in Israele, dove ci sono gli ospedali migliori (a paga-  re qualcosa che non è stata mai messa in conto nella
               mento), c’è bisogno di un’ambulanza palestinese che  vita. Un caravanserraglio fatto di botteghe di artigiani,
               lo porti al check-point e di un’ israeliana che lo venga a  spezie, alimenti, dolciumi, tappeti, vestiti, fotografie,
               prendere: così un bimbo muore “per la sicurezza”.   musiche, profumi di incenso e di mirra che si mescola-
               Gerusalemme è un uragano di emozioni: di solito il pri-  no a quello di pesce fritto. Si attraversano arcate, porte
               mo impatto viene vissuto dal Monte degli Ulivi, noto  semiaperte che introducono in segrete feritoie. È qui
               perché è da qui che Gesù si avviò verso la città a dorso  che i luoghi comuni vengono definitivamente smon-
               di un asino, quando fece il suo ingresso trionfale accol-  tati: il segno più importante è la convivenza pacifica di
               to dalle folle in festa (Mc 11,1-11). Qui Gesù pianse sulla  più culture, la storia si trasforma in quotidianità. Qui c’è
               Città Santa e, secondo la tradizione, insegnò il Padre  di tutto. Nella città santa il cielo è di tutti. E sotto il cielo
               Nostro ai discepoli: l’evangelista Luca, ricorda infatti  non c’è distinzione. Ci si sposta da un quartiere all’altro
               che Gesù veniva spesso a pregare sul Monte degli Ulivi,  in un crescendo di emozioni e sentimenti vissuti lungo
               sia per trascorrere la notte che per  insegnare ai suoi  la Via Dolorosa, il Muro della preghiera ebraica (impro-
               discepoli (Lc 22,39). Si tratta di una un’altura di circa  priamente detto “muro del pianto”), la visita alla Chiesa
               ottocento metri, situata poco fuori le mura della cit-  del Santo Sepolcro che sconvolge non solo per essere
               tà di Gerusalemme, a oriente della città e separata da  il centro della fede cristiana, ma anche per il caos, i ru-
               essa dalla cosiddetta valle del Cedron, attraversata da  mori, le luci, le ombre e (nelle zone cruciali) il silenzio…
               Gesù per raggiungere il Getsemani dopo l’ultima cena.  Qui tutto è dialettica, tutto è divenire, tutto è sintesi,
               Da questa altura il paesaggio che si apre agli occhi del  tutto è speranza.
               visitatore è davvero spettacolare: gradualmente si sta-  A Gerusalemme come in tutta la Terra Santa, ci sono
               gliano la valle di Giosafat e le mura erodiane, mentre  luoghi che prendono più di altri, perché la Terra Santa è
               imperiosa e imponente domina sul Monte del Tempio  in relazione con il pellegrino: parla a tutti, ma parla alla
               la brillante cupola dorata della Moschea della Roccia  vita di ciascuno in maniera diversa, così come è compi-
               che identifica la spianata delle moschee.        to di ognuno rispondere con la propria vita.
               Sulla sinistra c’è la città di David nella valle del Cedron,
               luogo originario di Gerusalemme, e sulla destra le set-
               te cupole dorate della Chiesa ortodossa di Maria Mad-
               dalena. Sullo sfondo, si scorgono la Torre di David e la
               Basilica del Santo Sepolcro.                     one district to another in a crescendo of emotions and feel-
               Dal Monte degli Ulivi ci si immerge verso la città vec-  ings experienced along the Via Dolorosa, the Wall of Jewish
               chia, un vero e proprio gioiello che determina un sal-  Prayer (improperly called the “Wailing Wall”), the visit to the
               to nel tempo che suscita sentimenti indescrivibili, da  Church of the Holy Sepulcher which upsets not only to be the
               vivere. Nove porte aprono l’accesso alla città santa,  center of the Christian faith, but also for the chaos, the nois-
               ognuna con la propria storia, ognuna con la propria  es, the lights, the shadows and (in the crucial areas) the si-
               suggestione. Quella più celebre, la Porta di Damasco,   lence. In Jerusalem and throughout the Holy Land, there are
               immette al Suq di Gerusalemme, mentre dalla Porta   places that take more than others, because the Holy Land is
               dei Leoni ci si introduce direttamente nel quartiere   in relation with the pilgrim: it speaks to everyone, but speaks
               arabo e da quella di Sion al quartiere armeno e cristia-  to everyone’s life in a different way,  just as everyone’s com-
               no. Qui si percepisce la consapevolezza non solo di   mitment is to respond with one’s own life.


                                                          Med-38
   35   36   37   38   39   40   41   42   43   44   45