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che Bracalone fu colpito al viso francesi per primi riconobbero di
e continuò a combattere valoro- essere stati lealmente battuti dai
samente. Ludovico Abenavoli, campioni italiani. E il popolo di
ingens, terror belgarum, combat- Barletta e l’Italia tutta andò in vi-
tente omerico di tante battaglie, sibilio. La sconfitta francese fu ac-
anche a Barletta fece altissimi colta con incredibile entusiasmo
prodigi di valore combattendo e volò per tutte le Corti d’Europa!
eroicamente: per primo, dopo Infatti all’epoca della Disfida,
averli colpiti e storditi, rimase a nella regione di Barletta furono
portare fuori dal campo ben due presenti (a volte anche fisicamen-
avversari e allorquando gli colpi- te) grandi personalità europee,
rono il cavallo e fu sbalzato dalla come il Papa Giulio II, i Re Luigi
sella continuò strenuamente e a XII e Ferdinando II d’Aragona,
lungo a combattere con gli spie- Massimiliano d’Austria, il gran
doni e a finire i cavalieri francesi, Capitano Consalvo de Cordoba,
fino a quando l’impeto dei cavalli i Principi Fabrizio e Prospero Co-
avversari non lo costrinsero fuori lonna, il Duca di Nemours, Luigi Stemmi francesi
campo. Anche Ettore e Fanful- di Armagnac, il Doge di Venezia
la combatterono strenuamente; (che fu il primo a ricevere la no-
quest’ultimo, caduto da cavallo, tizia in quanto il campo neutra-
continuò eroicamente a com- le su cui si combatté la Disfida che meritavano, e soprattutto per
battere e a finire i cavalieri ed i apparteneva alla Serenissima). il fatto che a dargliela fossero sta-
cavalli avversari, portando un Tutte queste personalità appre- ti proprio gli italiani. Ecco la ra-
notevole contributo alla vittoria sero “quasi in diretta” la notizia gione per la quale l’avvenimento
del certame. Che, a questo punto, del combattimento di Barletta. ebbe una risonanza incredibile.
divenne dura e serrata: quando Altresì va utilmente riferito che I valorosi vincitori salvarono in
un cavaliere francese fracassò la in quei tempi vigeva ancora la quel giorno ciò che restava della
corazza di ferro che proteggeva Cavalleria con le sue nobili re- Patria e la reputazione dell’an-
la testa del cavallo di Capoccio, gole, nelle quali i francesi, con la tico valore italico, costituendo
questi - mentre il cavallo si piega- loro proverbiale baldanza, rap- un dato simbolico, anche per i
va sulle gambe - si lanciò a terra presentavano l’espressione più secoli seguenti, nel risveglio e
ed impugnato una stocco presen- estrema. Averli battuti proprio nel riscatto della nazione ita-
te sul campo si lanciò con impeto sul loro terreno preferito regalò liana oppressa dallo straniero.
contro i francesi. perciò più di un compiacimento Tale rivendicazione dell’onore
La vittoria finalmente si dichiarò presso le Corti rinascimentali del della “serva Italia” rappresenta
per gli italiani: i francesi, malcon- tempo. Pertanto l’accadimento il primo movens che caratterizza
ci e pesti, rimasti in pochi e a mal di Barletta venne recepito con gli appassionati scritti del Guic-
partito, rendendosi conto delle sorpresa ma con immensa sod- ciardini, del Giovio e le invettive
loro condizioni gettarono le armi disfazione poiché gli insolenti del Galateo, come se si volesse
e si arresero. Gli stessi cavalieri francesi avevano avuto la lezione accendere un barlume di luce nei
lic datum, also for the following centuries, in the awakening and re-
demption of the Italian nation oppressed by the foreigner. The theme
of the redemption of Italian honor and “the glory of the whole Italian
nation and of the Latin name” is present in all the narratives and
historical, literary and artistic reconstructions of the event. There is
no doubt that this episode represented the awakening and interest
of many writers and artists also in the direction of the hoped-for but
still distant unity of the nation. The event of Barletta therefore had
a strong symbolic meaning until the days of the Risorgimento. From
the Challenge, the fatal spark was released that four centuries later
had to give rise to the fiery fire of the Risorgimento flame, to the cry
of one of the knights who first shouted: “Italy, Italy, Italy”. Together
with Guicciardini, we then remember those thirteen knights “... wor-
thy that every Italian procure what is in himself, that their names
pass to posterity by means of the instrument of the letters”.
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