Page 57 - Mediterraneo e dintorni - 2-2020
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FAMIGLIA E SOCIETÀ
di Bruno Pisani
incatenati al telefono
i giovani e i social
constatazione comune che i gio- cologicamente. Se non ho l’eviden- o l’uso dei social, sia pure per breve
È vani passino gran parte del tem- za fisica della presenza nella mia tempo, dobbiamo prendere in se-
po “incollati all’inseparabile telefo- vita dell’amico o dell’amica, non ria considerazione che possa avere
nino. Non riescono a fare a meno di avendo io la capacità di rappresen- problematiche di natura psicolo-
questo piccolo oggetto che racchiu- tarmi mentalmente l’altro, vado in gica. Per lui, allontanarlo da ciò che
de in se tante funzione: fare e rice- ansia abbandonica. Ossia: il manca- gli consente di percepire il contatto
vere telefonate è quasi diventata to messaggio non solo esprime un con la realtà, rappresenta il non esi-
una funzione secondaria rispetto stere, il non essere, il non avere iden-
all’utilizzo dei social network. Wha- tità. Del resto se gli studenti ricevo-
tsApp, facebook, instagram, twitter, no in classe dai genitori chiamate
messenger e quant’altro sono di- del tipo: cosa stai facendo? Non è
ventati i modi principali con cui si re- questo il miglior modo per insegna-
lazionano i nostri figli. Ci sono tanti re loro che solo l’evidenza ha valore?
vantaggi: poter contattare in breve Se il genitore non riesce a pensare,
tempo persone diverse situate in senza il conforto del tangibile, che il
luoghi distanti; non avere la paura figlio è a scuola e si trova a svolgere
di sostenere lo sguardo dell’altro; la sua ora di lezione, da chi potrebbe
non dover mantenere nessun tipo imparare lo studente a saper aspet-
di impegno; non dover testimoniare tare con tranquillità la fine della
quello che diciamo di essere, com- giornata scolastica?
preso il nostro aspetto fisico, perché il telefonino, quindi, impove-
tutto virtuale. Ci troviamo però di risce sempre di più la funzione
fronte a tantissimi aspetti negativi, simbolica dei giovani e la loro
che hanno una tremenda ricaduta capacità di guardare al futu-
sulla stabilità dell’umore e sulla ca- ro senza paura. E se il futuro mi
pacità di controllo delle emozioni. mancato interesse ma addirittura spaventa, ho bisogno di vivere
Il più pericoloso è che sempre più l’abbandono. Non avendo la capa- il presente, perché non riesco a
i nostri giovani hanno bisogno di cità di mettere in dubbio la validità trasporre la mia mente in altra di-
una dimostrazione tangibile della del supposto disinteresse, cadrò in mensione temporale che non sia
presenza dell’altro. Il ragazzo mi di- preda al panico con possibilità di ge- la tangibilità del momento. Anco-
mostra che mi ama perché manda sti compulsivi. Ecco perché diventa ra di più, cosi, saremo educati ad
un messaggio ogni X minuti. Questo quasi impossibile per un giovane una mentalità commerciale che
mi conforta perché avrò avuto l’e- separarsi dal telefonino, anche du- ci spinge al consumo nel tempo
videnza fisica che l’altro è presente rante le ore scolastiche. Se il prof me odierno ed allontana da prospet-
e mi pensa. Ma se ciò non avviene, lo sequestra io ne ho uno di riserva e tive valoriali, che non mi aiute-
perché il telefonino dell’altro si è così via. Quando perciò ci troviamo rebbero a guardare al futuro con
scaricato o perché impossibilitato di fronte ad un ragazzo che non ri- speranza, sganciandomi dall’im-
ad usarlo, ecco che mi collasso psi- esce a mettere da parte il cellulare pellenza del “tutto ora”.
bruno Pisani, neuropsichiatra infantile, neurofisiopatologo, presidente dell’Associazione Mi.Pi.Aci, opera da trent’anni nel campo del
disagio giovanile. Esperto di problematiche relative alla genitorialità, conduce corsi in ambito scolastico per promuovere la conoscen-
za dello studente portatore di disagio relazionale. Per ulteriori info: www.associazionemipiaci.it
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