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FAMIGLIA E SOCIETÀ










                                                       di Bruno Pisani



                              incatenati al telefono



                                         i giovani e i social





               constatazione comune che i gio-  cologicamente. Se non ho l’eviden-  o l’uso dei social, sia pure per breve
            È vani passino gran parte del tem-  za fisica della presenza  nella mia   tempo, dobbiamo prendere in se-
            po “incollati all’inseparabile telefo-  vita dell’amico o dell’amica, non   ria considerazione che possa avere
            nino. Non riescono a fare a meno di   avendo io la capacità di rappresen-  problematiche di  natura psicolo-
            questo piccolo oggetto che racchiu-  tarmi mentalmente l’altro, vado in   gica. Per lui, allontanarlo da ciò che
            de in se tante funzione: fare e rice-  ansia  abbandonica. Ossia: il manca-  gli consente di percepire il contatto
            vere telefonate è quasi  diventata   to messaggio non solo esprime un   con la realtà, rappresenta il non esi-
            una funzione secondaria rispetto                                  stere, il non essere, il non avere iden-
            all’utilizzo dei social network. Wha-                             tità. Del resto se gli studenti ricevo-
            tsApp, facebook, instagram, twitter,                              no in classe dai genitori chiamate
            messenger e quant’altro sono di-                                  del tipo: cosa stai facendo? Non è
            ventati i modi principali con cui si re-                          questo il miglior modo per insegna-
            lazionano i nostri figli.    Ci sono tanti                        re loro che solo l’evidenza ha valore?
            vantaggi: poter contattare in breve                               Se il genitore non riesce a pensare,
            tempo persone diverse situate in                                  senza il conforto del tangibile, che il
            luoghi distanti; non avere la paura                               figlio è a scuola e si trova a svolgere
            di  sostenere lo sguardo dell’altro;                              la sua ora di lezione, da chi potrebbe
            non dover mantenere nessun tipo                                   imparare lo studente a saper aspet-
            di impegno; non dover testimoniare                                tare con tranquillità la fine della
            quello che diciamo di essere, com-                                giornata scolastica?
            preso il nostro aspetto fisico, perché                            il telefonino, quindi, impove-
            tutto  virtuale.  Ci  troviamo  però  di                          risce sempre di più la funzione
            fronte a tantissimi aspetti negativi,                             simbolica dei giovani e la loro
            che hanno una tremenda ricaduta                                   capacità di guardare al futu-
            sulla stabilità dell’umore e sulla ca-                            ro senza paura. E se il futuro mi
            pacità di controllo delle emozioni.   mancato interesse ma addirittura   spaventa, ho bisogno di vivere
            Il più pericoloso è che sempre più   l’abbandono. Non avendo la capa-  il presente, perché non riesco a
            i nostri giovani hanno bisogno di   cità di mettere in dubbio la validità   trasporre la mia mente  in altra di-
            una  dimostrazione tangibile della   del supposto  disinteresse, cadrò in   mensione temporale che non sia
            presenza dell’altro. Il ragazzo mi di-  preda al panico con possibilità di ge-  la tangibilità del momento. Anco-
            mostra che mi ama perché manda   sti compulsivi. Ecco perché diventa   ra di più, cosi, saremo educati ad
            un messaggio ogni X minuti. Questo   quasi impossibile per un giovane   una mentalità  commerciale  che
            mi conforta perché avrò avuto l’e-  separarsi dal telefonino, anche du-  ci spinge al consumo nel tempo
            videnza fisica che l’altro è presente   rante le ore scolastiche. Se il prof me   odierno ed allontana da prospet-
            e mi pensa.  Ma se ciò non avviene,   lo sequestra io ne ho uno di riserva  e   tive  valoriali, che  non mi  aiute-
            perché il telefonino dell’altro si è   così via. Quando perciò ci troviamo   rebbero a guardare al futuro con
            scaricato  o perché  impossibilitato   di fronte ad un ragazzo che non ri-  speranza, sganciandomi dall’im-
            ad usarlo, ecco che mi collasso psi-  esce  a mettere da parte il cellulare   pellenza del “tutto ora”.





              bruno Pisani, neuropsichiatra infantile, neurofisiopatologo, presidente dell’Associazione Mi.Pi.Aci, opera da trent’anni nel campo del
              disagio giovanile.  Esperto di problematiche relative alla genitorialità, conduce corsi in ambito scolastico per promuovere la conoscen-
              za dello studente portatore di disagio relazionale. Per ulteriori info:  www.associazionemipiaci.it




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