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I RACCONTI DI ENEA










                                                           di Enea Rotella































                                                                                            Boucher François, “La forgia
                                                                                            di Vulcano”, 1757, Museo del
                                                                                            Louvre , Parigi
                                                        efesto





                    ella mitologia si narra che l’inferno avesse molte por-  La vendetta si era consumata. Le urla, i lamenti della don-
                Nte, una delle più grandi e temute era il vulcano Etna.   na giunsero all’orecchio degli altri dèi che implorarono
                Le sue storie sono state raccontate da contadini, pastori e   all’abile artigiano di liberarla. Lui accettò a patto che gli
                viandanti, storie che si sono tramandate fino ad oggi. In-  fosse acconsentito una sposa, la più bella. Gli dèi l’accon-
                torno a questo vulcano si sono intrecciati amori, intrighi,   tentarono e la prescelta fu Afrodite: dea della bellezza
                lotte di potere e uomini condannati all’esilio. Nell’Iliade   e dell’amore. Ma come molti dei matrimoni combinati,
                si narra di Efesto, figlio di Era e Zeus, nato deforme fu lan-  ben presto nella donna iniziò a serpeggiare il dissenso,
                ciato dalla madre giù dall’Olimpo perché il più brutto tra   che si tramutò in amore per Ares, dio della guerra. Le voci
                gli dèi. Il neonato cadde nel mare, fu trovato da Eurinome   di questo amore clandestino giunsero inesorabilmente
                e Teti, due ninfe che lo accudirono come se fosse il loro   all’orecchio di Efesto. Ancora una volta cadde nell’oblio.
                figlio. Vissero protetti dalle mura di una grotta sottomari-  Ancora una volta decise che la strada migliore sarebbe
                na. Gli anni passarono inesorabilmente uno dopo l’altro   stata quella della vendetta. Utilizzò tutte le sue abilità
                e fin da piccolo, Efesto imparò l’antica arte della lavora-  artigianali fin quando un giorno, riuscì a terminare la
                zione dei metalli.                                costruzione di una rete che posizionò sul letto dei due
                Costruì nelle viscere dell’Etna la sua officina e fu aiutato   amanti.
                dai Ciclopi nei suoi lavori. Le voci di questo bimbo diven-  Afrodite ed Aeres ignari di cosa gli sarebbe accaduto, ci
                tato uomo e abile nell’artigianato giunsero fin sul Monte   si coricarono facendo scattare la trappola. Nudi sul let-
                Olimpo ed Era, lo invitò ad un banchetto riconciliatore.   to iniziarono ad urlare, gli altri dèi accorsero e li videro.
                Durante quella giornata di festa però Zeus litigò con Efe-  La vendetta di Efesto e l’umiliazione che impartì ai due si
                sto, preso dall’ira con forza immane lo rigettò sulla Ter-  completò. Ancora una volta. Disgustato dal ripudio dei
                ra. A differenza della prima volta, non cadde in mare ma   genitori per via della sua bruttezza, dagli intrighi di po-
                sul suolo, provocandogli la frattura delle gambe. Passa-  tere, da questi amori clandestini, Efesto decise di abban-
                rono i giorni e dentro Efesto la rabbia lasciò il posto alla   donare per sempre il Monte Olimpo per varcare la soglia
                vendetta. Costruì per la madre un trono d’oro. Era bello,   della porta dell’inferno, tra le più grandi, tra le più temi-
                scintillante, degno di una regina, degno di una dea. Lo   bili: l’Etna. L’unico luogo che fin dal principio lo accolse e
                regalò alla madre ma appena si sedette fu imprigionata.   che lui considerò casa fino alla fine dei suoi giorni.


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