Page 7 - Mediterraneo e dintorni - nr 18
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L’EDITORIALE/EDITORIAL
di Fabio Lagonia
i conclude il 2019, l’anno in cui è stato celebrato il duecentesimo anniversario della
più famosa lirica leopardiana, L’Infinito, un’opera che esprime a pieno l’estetica del
sublime, ovvero quella misteriosa dimensione che fornisce consapevolezza emotiva
a tutto ciò che è indefinito, ineffabile, e che pure si avverte nonostante quella serena
vaghezza di inafferrabilità. Tutto questo è fonte di contemplazione della natura,
Scon la sua potenza irresistibile, che ci porta ad andare oltre, ad immaginare altro.
È l’approccio giusto che serve e si rivela dentro di noi quando sorge il desiderio di conoscere
e approfondire qualcosa. È il gusto della scoperta, che nasce sempre da qualche passione e
dalla capacità di stupirsi e cogliere le meraviglie. Come accade a Pompei, città il cui tempo
si è fermato e che, tuttavia, appare incredibilmente viva, in movimento, quasi una metafora
della dinamica che coinvolge chi fa della propria vita una ricerca incessante, un arricchimento
della conoscenza. L’antico sito alle pendici del Vesuvio è infatti una rivelazione continua, e
non finisce di sorprenderci. I recenti scavi della Regio V lo confermano e hanno portato alla
luce ulteriori elementi della quotidianità di quella civiltà, restituendo al grande pubblico uno
scrigno prezioso capace di emozionare e suscitare entusiasmo. E così una città che si pensava
già conosciuta riesce ad offrirci ancora nuovi spunti di conoscenza e di approfondimento.
Uno scavo nello scavo. Ciò che a volte facciamo, o dovremmo fare, dentro di noi. Perciò si può
convenire col poeta Arturo Graf quando scriveva che «i più grandi spiriti fanno in se stessi le più
grandi scoperte».
2019 ends, the year in which the two hundredth motion, almost a metaphor for the dynamic that
anniversary of the most famous Leopardian lyric involves those who make their lives a ceaseless se-
was celebrated, L’Infinito, a work that fully expres- arch, an enrichment of knowledge. The ancient site
ses the aesthetics of the sublime, or that mysterious on the slopes of Vesuvius is in fact a continuous
dimension that provides emotional awareness to revelation, and it never ceases to surprise us. The
everything which is undefined, ineffable, and whi- recent excavations of the Regio V confirm this and
ch is also perceived despite that serene vagueness have brought to light further elements of the daily
of elusiveness. life of that civilization, giving back to the general
All this is a source of contemplation of nature, with public a precious treasure chest able to excite and
its irresistible power, which leads us to go further, arouse enthusiasm.
to imagine more. It is the right approach that ser- And so a city that was thought already known ma-
ves and reveals itself within us when the desire to nages to offer us new insights and knowledge. An
know and learn something rises. It is the taste of excavation in the excavation. What we sometimes
discovery, which is always born of some passion do, or should do, within ourselves. Therefore we
and the ability to be amazed and to see wonders. As can agree with the poet Arturo Graf when he wrote
happens in Pompeii, a city whose time has stopped that “the greatest spirits make the greatest disco-
and which, however, appears incredibly alive, in veries in themselves”.
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