Page 5 - Mediterraneo e dintorni - nr 15
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L’EDITORIALE/EDITORIAL

                                                        di Fabio Lagonia





















                                        rometeo, come tutti i miti dell’antichità, ha ancora qualcosa da
                                        insegnarci. Nella rappresentazione decisamente originale che
                                        Giorgio Lupattelli ne fa in copertina troviamo i caratteri determinanti
                                        del linguaggio di questo artista, il quale osserva il mondo attraverso
                                        il filtro dell’universo mediale (tv, cinema, musica, web) ponendo
                           Pattenzione  alle  relazioni  tra  corpi e  impatto tecnologico, alla
                             molteplicità dei linguaggi, all’eliminazione di barriere tra livelli, all’incrocio tra arte
                             e scienza. Nel mito, Prometeo ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini e così
                             aprirli alla conoscenza. Un fatto che se da un lato incarna il lodevole spirito umano
                             di iniziativa, dall’altro esprime l’ambizione a sfidare il divino; anzi, a mettersi sullo
                             stesso piano, col rischio di farsi egli stesso creatore di verità. Un’interpretazione
                             ancipite valida ancora oggi laddove l’uomo, nelle “magnifiche sorti e progressive”,
                             inciampa ogni qualvolta cancelli il limite etico ed estetico.
                             Tutto questo può essere un modo per considerare  ciò che siamo, che siamo stati e
                             che saremo; e allargare la riflessione in ambiti i più diversi, stimolati dai taccuini di
                             viaggio di Fabrizio Citton, dai graffiti preistorici delle grotte di Lascaux, dal primo
                             antibiotico scoperto da Fleming, da un viaggio oltre gli stereotipi nel quartiere di
                             Scampia. Senza dimenticare l’epica impresa dannunziana di Fiume, la “città di Vita”,
                             di cui questo mese ricorre il centenario: un’esperienza, quest’ultima, fondata sul
                             sogno, sulla bellezza, sulla follia, sulla poesia. Un esperimento rivoluzionario in cui
                             il Vate desiderava che il popolo italiano tornasse “a far parte di se stesso”.














                 rometheus, like all the myths of an-  it to  humans  and  thus open  them  to   the reflection in the most diverse areas,
              Ptiquity, still has something to teach   knowledge. A circumstance that on one   stimulated by the travel notebooks by
              us. In the decidedly original represen-  hand embodies the praiseworthy hu-  Fabrizio  Citton,  by  prehistoric  graffiti
              tation that Giorgio Lupattelli makes of   man spirit of initiative, on the other it   of the Lascaux caves, by first antibiotic
              it on the cover we find the determining   expresses the ambition to challenge the   discovered by Fleming, by a journey
              characteristics of the language of this   divine; indeed, to put itself on the same   beyond the stereotypes in the district of
              artist, who observes the world throu-  level, with the risk of becoming a creator   Scampia.
              gh the filter of the media universe (TV,   of truth itself.      Without forgetting the feat of D’An-
              cinema, music, web) paying attention   A double-valued interpretation, still   nunzio  in  Fiume,  the  “city  of  Life”,
              to the relations between bodies and te-  valid today where man, in the “magni-  whose centenary is celebrated this mon-
              chnological impact, to the multiplicity   ficent and progressive fates”, stumbles   th: an experience, the latter, based on
              of languages, to the elimination of bar-  whenever he cancels the ethical and ae-  the dream, on beauty, on madness, on
              riers between levels, to the intersection   sthetic limit. This can be a way to con-  poetry. A revolutionary experiment in
              between art and science. In myth, Pro-  sider what we are, what we have been   which the Poet wanted the Italian peo-
              metheus steals fire from the gods to give   and what we will be; and to broaden   ple to return “to be part of themselves”.




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