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STORIA/HISTORY
Gli acquedotti romani
di Maria Grazia Cinti - archeologa
arlando di città antiche quasi sempre si pen- i censori incaricati di sovrintenderne la costruzione
sa a grandi monumenti, a templi maestosi e erano Appio Claudio Crasso, soprannominato “Cie-
a strade basolate, ma ci si dimentica di un’in- co” poiché perse la vista da adulto, e Gaio Plauzio
Pfrastruttura fondamentale e necessaria per Venoce, chiamato “Cacciatore” perché fu colui che
il buon funzionamento di ogni agglomerato urbano: materialmente trovò le sorgenti. Plauzio, tuttavia,
l’acquedotto. La maggior parte delle notizie che ab- fu ingannato dal collega, che rimase in carica anche
biamo su queste costruzioni si deve a un trattato scrit- dopo la fine del mandato, facendo sì che l’acquedotto
to da Frontino, che era il curator aquarum (una sorta avesse solo il suo nome; anche l’omonima via è prota-
di sovrintendente dell’approvvigionamento idrico e gonista di un intrigo simile a questo. Pochi anni dopo
della gestione stessa degli acquedotti) sotto l’impera- fu costruito l’Anio Vetus (272 a.C.), chiamato così per-
tore Nerva. A Roma sono documentati ben 11 acque- ché prendeva le acque direttamente dal fiume Anie-
dotti antichi: l’Aqua Appia, l’Anio Vetus, l’Aqua Marcia ne, anche se ancora non è chiaro esattamente il punto
e l’Aqua Tepula, costruiti in età repubblicana; l’Aqua in cui venivano captate. Evidentemente, però, questi
Iulia, l’Aqua Virgo, l’Aqua Alsietina, l’Aqua Claudia, due acquedotti non bastavano più, perché nel 144
l’Anio Novus, l’Aqua Traiana e l’Aqua Alexandrina, edi- a.C. venne costruita l’Aqua Marcia, dal nome del suo
ficati invece in epoca imperiale. Il primo acquedotto costruttore: Quinto Marcio Re. La leggenda vuole che
costruito a Roma, nel 312 a.C., fu, appunto, l’Aqua Nerone un’estate si volle fare il bagno nelle sue sor-
Appia, intorno al quale esiste un curioso aneddoto: genti e per quanto l’acqua fosse fredda quasi perse i
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