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L’EDITORIALE/EDITORIAL
di Fabio Lagonia
Simbolo di giovialità, di voglia di vivere e anche di vittoria: il girasole contiene questi significati, e per gli
Inca era addirittura il segno del dio Sole. Certo è che ammirare una distesa di questo fiore, quando lascia
al giallo lo spazio di esprimersi in modo prorompente, significa partecipare della bellezza della natura.
Non è un caso che Vincent Van Gogh, il cui nome rimanda immediatamente ai girasoli, li immortalò su
tela in un periodo della sua vita nel quale avvertiva ottimismo e gioia. E proprio i campi della Provenza,
protagonisti e ispiratori generosi del pittore olandese, abbiamo voluto visitare attraverso l’obiettivo
fotografico di Davide Balsemin. È un territorio di rara bellezza che da metà giugno a metà
agosto offre uno spettacolo diverso, con le sue morbide distese di lavanda che
regalano agli occhi e al cuore profumi intensi e colori rassicuranti, questa volta
nelle tonalità del lilla. Uno spicchio di questa regione francese, abbracciata
al Mediterraneo, è la Camargue: qui il paesaggio muta divenendo
duro, aspro, impetuoso; ma non per questo meno bello. Anzi, la
natura selvaggia ci parla di genuinità, schiettezza, semplicità.
Il fatto è che l’uomo, a volte, si affanna in improbabili strade
per trovare una bellezza che, invece, molto più sobriamente,
risiede nelle cose essenziali. È una contraddizione in cui cade
spesso, con o senza dolo. Talora scivola nel trash.
Ne abbiamo documentato un esempio particolare
attraverso immagini che denunciano alcuni interventi
pesantemente deformanti sul paesaggio italiano, che
rasentano l’autolesionismo. A fronte di un tale contrasto
dovremmo tutti invocare e rifarci al concetto di “ecologia
integrale” incardinato su quei principi che fondano la persona
e il suo mondo. La bellezza è data; ma è e deve essere anche un
attributo dell’attività umana. Un sacrificio di responsabilità. Ci
vengono in mente, e ci soccorrono, le parole di Pablo Neruda: «Se
non scali la montagna non ti potrai mai godere il paesaggio».
ymbol of joviality, of desire to live It is a territory of rare beauty that of- with or without intent. Sometimes he
Sand also of victory: the sunflower fers a different show from mid-June to slips into the trash. We have documen-
contains these meanings, and for the In- mid-August, with its soft stretches of ted a particular example through images
cas it was even the sign of the Sun God. lavender that give the eyes and the heart that denounce some heavily deforming
Admiring an expanse of this flower, intense aromas and reassuring colors, interventions on the Italian landscape,
when the yellow is expressed in an irre- this time in shades of lilac. A slice of which border on self-injury. Faced with
pressible way, you participate in the be- this French region, embraced by the Me- such a contrast we should all invoke and
auty of nature. It is no coincidence that diterranean, is the Camargue: here the refer to the concept of “integral ecolo-
Vincent Van Gogh, whose name im- landscape changes, becoming hard, har- gy” based on those principles that found
mediately refers to sunflowers, immor- sh, impetuous; but no less beautiful. In- man and his world. Beauty is given; but
talized them on canvas at a time in his deed, the wild nature speaks to us of ge- it is and must also be an attribute of hu-
life in which he felt optimism and joy. nuineness, frankness, simplicity. Man, man activity. A sacrifice of responsibili-
And the fields of Provence, the generous at times, struggles in unlikely ways to ty. The words of Pablo Neruda come to
protagonists and inspirers of the Dutch find a beauty that, instead, much more mind and help us: «If you do not climb
painter, we wanted to visit through the soberly, resides in essential things. It is the mountain you will never be able to
photographic lens of Davide Balsemin. a contradiction in which it often falls, enjoy the landscape».
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