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volto umano”. Dubček ed alcuni esponenti del governo ce- fallito: in un’intervista sul Corriere della Sera del giugno
coslovacco vennero fermati e trasferiti a Mosca, dove furo- 1976 alla domanda di Gianpaolo Pansa «Non teme che
no costretti ad accettare le direttive sovietiche tra le quali Mosca faccia fare a Berlinguer e al suo eurocomunismo la
l’occupazione militare della Cecoslovacchia “senza termi- stessa fine di Dubček e del suo socialismo dal volto uma-
ne definitivo”. L’ultimo atto significativo della Primavera di no?», Berlinguer rispondeva: «No. Noi siamo in un’altra
Praga fu consumato il 16 gennaio 1969 quando il giovane area del mondo […] Io sento che, non appartenendo l’I-
studente Jan Palach, si cosparse di benzina in Piazza San talia al Patto di Varsavia, da questo punto di vista c’è asso-
Venceslao e si diede fuoco per protestare contro l’occu- luta certezza che possiamo procedere lungo la via italiana
pazione militare e il processo di “normalizzazione” che si al socialismo senza alcun condizionamento». Coloro che
stava definitivamente imponendo in tutta la Cecoslovac- appartenevano all’altra parte non avevano alcuna pos-
chia. “Torcia umana n.1” così lo studente aveva firmato la sibilità di intraprendere una via al socialismo come se le
lettera trovata nel suo cappotto, con l’annuncio che altre frontiere fissate da Jalta dovessero esistere in eterno. Ma
“torce umane si sarebbero accese” se non ci fosse stata una per fortuna così non è stato. Una settimana dopo la caduta
del muro di Berlino, nel novembre del 1989, con la “Rivo-
luzione di Velluto” i cecoslovacchi ritrovarono la libertà.
Václav Havel, ex dissidente e componente di Charta 77,
venne eletto presidente alla prime elezioni democratiche
del Paese nel gennaio 1990 mentre Alexander Dubček fu
eletto presidente del Parlamento federale cecoslovacco.
Naturalmente i motivi del crollo del comunismo di stam-
po sovietico sono molteplici e vanno ricercati in varie di-
rezioni, ma quello più rilevante - come ha scritto uno dei
maggiori fautori del crollo di quel sistema, papa Giovanni
Paolo II, nell’enciclica Centesimus annus - è l’aver portato
all’estremo «il principio del primato della forza sulla ragio-
ne. L’uomo è stato costretto a subire una concezione del-
la realtà imposta con la forza e non conseguita mediante
lo sforzo della propria ragione e l’esercizio della propria
libertà. Bisogna rovesciare quel principio e riconoscere
integralmente i diritti della coscienza umana, legata solo
alla verità sia naturale che rivelata[…]». Ricordiamo allo-
ra la Primavera di Praga per non dimenticare che cosa ha
significato il modello sovietico; per non dimenticare che
l’autoritarismo ed il totalitarismo vanno tenuti lontani di-
fendendo la libertà e la democrazia; per non dimenticare
Carri armati sovietici nel centro di Praga la storia dei popoli Ceco e Slovacco, segnata dalla violenza
della follia umana nel XX secolo; per non dimenticare Jan
risposta alle loro richieste. Jan Palach morì il 19 gennaio Palach che ha sacrificato la sua giovane vita lottando per
diventando il simbolo di quella stagione di riforme che si conquistare più libertà, così come stavano lottando i ra-
concluse definitivamente il 17 aprile 1969 quando Alexan- gazzi di quell’anno, del 1968; ma quelli si trovavano nell’al-
der Dubček venne destituito e sostituito da un governo fi- tra parte del mondo. Quella giusta.
lo-ovietico capeggiato da Gustav Husàk. La cortina di fer-
ro calò ermeticamente sulla Cecoslovacchia dove migliaia
di persone furono perseguitate ed emarginate, molte furo-
no costrette ad abbandonare il lavoro per la loro partecipa- Czechoslovakia where thousands of people were persecuted
zione al movimento riformista. Lo stesso Dubček fu espul- and marginalized, many were forced to quit their jobs due
so nel 1970 dal PCC e rientrato in Slovacchia lavorò come to their participation in the reform movement. Few had the
operaio forestale. In molti tra coloro che avevano avuto un courage to remain at home like the dissidents forming the
Charter 77 group, including Václav Havel and Pavel Kohout.
ruolo in quella stagione di speranza, preferirono l’esilio, in The Czechoslovak crisis caused a rift in the western commu-
pochi ebbero il coraggio di rimanere in patria come dissi- nist movement, and it is precisely the secretary of the Italian
denti, divenendo promotori di quello che sarà conosciu- communist party Enrico Berlinguer who declared that “if
to come il gruppo di Charta 77, tra questi Václav Havel e Italy does not belong to the Warsaw Pact, from this point of
Pavel Kohout. La crisi cecoslovacca provocò una frattura view there is absolute certainty that we can proceed along the
nel movimento comunista occidentale, ed è proprio il se- Italian way to socialism without any Soviet conditioning “.
gretario del partito comunista italiano Enrico Berlinguer, Those who belonged to the other side, unfortunately, had no
fautore dell’Eurocomunismo insieme allo spagnolo San- chance of embarking on a different path to socialism, except
tiago Carrillo e al francese Georges Marchais, a spiegare in waiting for decades for the fall of the Berlin Wall, in Novem-
modo perfetto perché in Cecoslovacchia il riformismo era ber 1989. With the “Velvet Revolution” the Czechoslovakians
finally found the freedom.
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