*di Elia Banelli*
Nella ventosa cittadina di Haugesund, sui fiordi norvegesi, il giornalista Viljar Gudmundsson, che grazie a un suo celebre articolo ha scoperchiato uno degli scandali più subdoli della politica nazionale, vorrebbe godersi il meritato successo. Lo scoop lo ha reso in breve tempo una star del giornalismo, aprendogli prestigiose opportunità professionali. In realtà Viljar siede ancora alla stessa scrivania del quotidiano locale ed è investito da una piena ondata depressiva. Ha difficoltà a scrivere persino di cronaca, soffre di continui attacchi di panico e subisce quotidianamente un pesante mobbing dal caporedattore. La ‘svolta’ arriva una mattina qualsiasi, quando riceve una mail piuttosto “macabra”: un misterioso mittente annuncia al giornalista che l’indomani una donna verrà giustiziata. Potrebbe trattarsi dell’inutile provocazione di un mitomane, ma la sinistra profezia si verifica esattamente secondo le parole scritte nel messaggio. Questo è solo l’inizio.
Viljar e la giovane poliziotta Lotte Skeisvoll dovranno indagare per scoprire i motivi che hanno spinto il killer a scegliere proprio il giornalista come interlocutore. E che cosa hanno in comune le persone che nella diabolica mente dell’assassino meritano una fine tanto atroce?
Paragonato (a torto) a Jo Nesbo, Geir Tangen è uno scrittore affermato che cura un blog di crime fiction molto popolare. “Requiem” è il primo capitolo di una trilogia e ha senza dubbio il merito di una trama scorrevole che si può leggere in un paio di giorni, un cast di personaggi interessanti e un paio di colpi di scena a dipanare la matassa nel finale, ma per gli amanti del giallo nordico si può trovare decisamente di meglio.
Buona lettura.