di Enea Rotella
Le moderne regioni che compongono la Magna Grecia sono state da sempre terreno di scontri tra diverse realtà, luoghi in cui hanno vissuto uomini importanti ma anche posti dove si sono intrecciate diverse storie d’amore. Tra queste vi è quella tra Ulisse e le sirene: Leucosia, Ligea e Partenope. Certo siamo lontani da quelle storie d’amore al confine tra la passionalità e la delusione come ad esempio: Eco e Narciso, Abelardo ed Eloisa e Orfeo ed Euridice, ma anche questa tra l’eroe e le sirene merita di essere raccontata. Nell’Odissea di Omero le sirene vengono presentate abili nel canto, belle ammaliatrici che incantavano con il suono della loro voce e dei loro strumenti musicali tutti i marinai. La narrazione le pone su un’isola presso Scilla e Cariddi e furono causa di morte per tutti quei marinai che sbarcavano sulle coste. Nella tradizione sia letteraria sia figurativa, le sirene erano tre: Leucosia, Ligea e Partenope. Attraverso il canto dolce e raffinato invitarono Ulisse, alle prese con i suoi importanti viaggi, a sbarcare sull’isola. Questa storia è raccontata nell’Odissea, libro XII. Dopo il suo viaggio nell’Ade (libro XI), la maga Circe mise in guardia l’eroe sui poteri delle tre sirene così come, qualora si fossero fermati, avrebbero raggiunto una maggiore conoscenza dei fatti che però avrebbero portato all’inevitabile morte. Ulisse seguì i consigli di Circe: obbligò i suoi compagni a otturare le orecchie con della cera, mentre lui si fece legare all’albero maestro della nave perché non volle rinunciare a sentire quei canti. Ancora una volta sfidò il Fato.
Mentre attraversarono le acque già iniziarono ad udire quelle note, Ulisse si agitò in modo violento ma solo grazie all’intervento di Perimede e Euriloco, che lo legarono ancora più forte, l’eroe riuscì a resistere. Le tre sirene Leucosia, Ligea e Partenope (note anche come Aglaofeme, Molpe e Telsiepea) per Apollodoro formavano un trio: suonavano la lira, il flauto e la terza cantava. I racconti ci hanno tramandato che dopo la resistenza dell’eroe nello scendere dalla nave, le tre sirene si uccisero gettandosi in mare. Si narra che il corpo di Leucosia fu trasportato fino al golfo di Poseidonia (Paestum) e le fu dedicata una piccola isola, Punta Licosa; il mar Tirreno trasportò il corpo esamine di Ligea fino in Calabria nella città di Terina; il corpo di Partenope finì la sua cruenta corsa sulla spiaggia di una delle città più belle d’Italia: Napoli. In questo luogo la figura della sirena da sempre è stata venerata e vista come una dea protettrice, le vennero dedicate dei giochi e fu sepolta nel golfo di Napoli (in greco: città nuova). Utilizzando parole moderne si potrebbe definire il rapporto tra Ulisse e le tre un amore tossico, sempre che si sia tratto di amore. “…le Sirene lo incantano con limpido canto, adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa di uomini putridi, con la pelle che raggrinza” (libro XII, versi 44-46 ).