*di Luigi Polillo*
Maurizio Romani nasce a Roteglia di Castellarano (Reggio Emilia) nel 1955, la sua produzione artistica si intreccia tra il figurativo e il sacro, legato ad una formazione accademica religiosa, coltiva sempre più il suo talento creativo inserendosi a pieno nello scenario artistico contemporaneo. La maestria dell’artista Romani consiste nella capacità immaginativa, che gli permette di capire e percepire sfumature della vita reale e delle persone che non sono comprensibili a pieno ad altri. Il valore del suo manufatto artistico, pertanto non consiste nella riproduzione di persone, scenari o oggetti, ma bensì nel modo e nella capacità con la quale ci aiuta a guardare tutto questo attraverso un’esperienza specifica e identitaria del singolo fruitore. Un trentennio il suo che sino ad oggi è stato caratterizzato da una poetica e da incontri che lo hanno condotto a rapportarsi in ambiti artistici nazionali; la pittura sacra ha rappresentato uno degli indirizzi percorsi dall’artista, sia con la pittura ad olio, che con uno studio comprendente una trentina di disegni di rara bellezza a grafite su carta dedicati al Cantico dei Cantici, presentati, con una mostra itinerante, da Carlo Fabrizio Carli, nella Chiesa Santa Croce di Castellarano (Reggio Emilia), approdata anche a Urbino alla Bottega Giovanni Santi, casa natale di Raffaello. Lo studio dell’arte figurativa dal dopoguerra fino ad oggi in ambito europeo e non solo, incentiva il maestro a flettere il suo linguaggio nel genere del paesaggio, dove già da tempo si è cimentato con l’incisione, una delle tecniche, assieme al disegno, più amate dall’artista, che ora vi si dedica anche con la pittura ad olio, quasi traducendovi le stesse sfumature che il disegno offre. Tra le numerose esposizioni si ricordano: la personale Istanze trascendenti, al Museo dello Splendore a Giulianova (Teramo), con dipinti di grande formato (2010); la collettiva Il Sacro e l’Arte oggi al Museo Staurós d’Arte Sacra Contemporanea, del Santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso (Teramo); la partecipazione su invito alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia Regione Emilia Romagna, Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia (2011); Biblia Pauperum al Museo Diocesano di Jesi (Ancona) (2011); (…) la collettiva Il Genio e la creatività nel cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci nel Complesso Basilicale Paleocristiano di Cimitile (Napoli) (2019) e molte altre ancora. I suoi studi si fondono da un’elaborazione erudita e filologica ad una tendenza sensibilistica, il risultato è un commento delle opere d’arte intrinseco, descrittivo trascendentale e psicologico della vita, l’amore si nutre di mistero e di pericolo, la vitalità della nostra esistenza si costruisce intorno all’amore e all’illusione; l’arte di Maurizio Romani gioca a favore dell’insidiosa realtà quotidiana, tra una luminescente simbologia e una soave poetica, oltre l’umano, al di là del reale, un viaggio a ritroso nei meandri del proprio inconscio.