di Paolo Padalino – musicista, musicologo, musicoterapeuta, direttore d’orchestra
«La musica consente di raggiungere
vette altrimenti irraggiungibili»
Sin dall’antichità, musica e medicina erano fermamente connesse. Anche Platone e Aristotele erano convinti che la musica contribuisse a migliorare la calma interiore e la serenità. Nel corso dei secoli sono state numerose le ricerche sugli effetti della musica sulla mente e sul corpo. Non ci si baserà più su nozioni empiriche ma su studi scientificamente verificabili. La World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) nel 1999, durante il Congresso mondiale svoltosi a Washington, ha verificato la validità scientifica di cinque modelli clinici: modello Benenzon (ISO – Identità Sonora), modello Nordoff-Robbins (Musicoterapia creativa), modello BMT di Cliff Madsen (Musicoterapia comportamentale), modello AOM di Mary Priestley (Musicoterapia Orientata Analiticamente), modello GIM di Helen Bonny (Immaginario Guidato e Musica).
La Musicoterapia è una disciplina che utilizza la musica come mezzo di comunicazione per intervenire in ambito pedagogico-educativo, riabilitativo e terapeutico. Com’è noto la musica produce cambiamenti emozionali e fisiologici, ma è importante capire in quali casi possa essere efficace per il benessere psico-fisico della persona. Ad effettuare la diagnosi è un musicoterapeuta qualificato, il quale deciderà la terapia e valuterà i risultati ottenuti in base agli obiettivi prefissati.
Il percorso di intervento musicoterapico è strutturato in diverse fasi: analisi del caso, anamnesi del paziente, analisi diagnostica, progettazione di intervento specifico,verifica periodica dei risultati ottenuti. Le sedute, che possono essere individuali o di gruppo, si svolgono settimanalmente a seconda delle esigenze del paziente.Gli obiettivi generali sono: stimolare le funzioni cognitive, sviluppare l’espressione corporea, migliorare la socializzazione e l’interazione, aprire canali di comunicazione, stimolare la creatività. Lo strumentario del musicoterapeuta deve essere vario, affinché ogni paziente possa compiere la propria ricerca con un ampio margine di scelta. Naturalmente gli strumenti musicali utilizzati devono consentire un’ampia facilità d’uso e di spostamento.
A seconda dei casi le tipologie di Musicoterapia si dividono in recettiva e attiva.
La Musicoterapia recettiva si propone, attraverso l’ascolto guidato, di esplorare le capacità immaginative ed evocative del paziente, stimolando reazioni emotive e coinvolgendo la persona nella sua totalità.
Nella Musicoterapia attiva il protagonista è il paziente, ed è basata sulla sua libertà di scelta e spontaneità.
Gli ambiti di intervento musicoterapici sono diversi:
Età evolutiva: ADHD, spettro autistico e autismo infantile, sordità, cecità, sindrome di Down, disabilità cognitive, pluridisabilità etc.
Età adulta e senile: gravidanza e post parto, Alzheimer, morbo di Parkinson, oncologia, disturbi d’ansia cure palliative, demenza senile etc.
Dopo questa breve disquisizione di carattere generale possiamo concludere che la Musicoterapia è una disciplina in continua evoluzione che mira al benessere totale dell’individuo. Ogni percorso è un viaggio nuovo, unico e irripetibile, intrecciato con la persona e con la sua storia.