*di Bruno Pisani*
La capacità di aspettare rappresenta la chiave di volta in tante situazioni critiche. L’attesa, con la sospensione del giudizio, unita alla capacità di capire che la giusta decisione ha i suoi tempi di maturazione, costituisce una delle sapienze trasmessaci dai nostri genitori. Attesa sempre accompagnata da una fase di buio e di forti tentazioni di tornare sui propri passi.
L’attesa è anche la fase della nostra vita in cui si possono sviluppare le consapevolezze sul nostro operato, sulla qualità delle relazioni, il tutto per una successiva messa a punto che ci consentirà di ripartire con maggiore energia. Quanto più lungo e sofferto sarà il periodo dell’attesa, tempestato dai forti venti del dubbio, tanti più ricchi saranno i frutti maturati. Tutto questo verrà vissuto comunitariamente in famiglia ed oltre i limiti della nostra casa per non sentirsi soli e schiacciati dalle incertezze.
È bene ricordare che: quanto più il mantenimento di un impegno apporterà benefici nella nostra vita, tanto più forti saranno i dubbi ed i pentimenti, tutto al fine di non farti progredire ed andare avanti. Un’eccellente compagna di viaggio durante le insicurezze dell’attesa sarà la nostra autoironia: la capacità di saper ridere sulle nostre debolezze, ricordandoci di come in passato abbiamo superato i periodi analoghi. La fase del dubbio, circa la validità di mantenere un impegno, ha anche un altro valore pedagogico. Ci insegna quanto siamo fragili e quanto sia perciò pericoloso pensare di potercela fare da soli. È bene ricordarsi quanto detto: le sfide educative vanno affrontate insieme ed i genitori, che si trovano in prima fila, non devono sentirsi soli.
Al termine della riflessione relativa a questa regola, appare chiaro di quante opportunità di crescita siano sottese al mantenimento di un impegno. Un’ abilità che ci guida verso la continuità e la coerenza che sono le gambe su cui cammina l’autostima. Non lasciamo i figli soli in mare aperto, in balia dei venti e delle indecisioni, magari credendo di rispettare la loro libertà. Così facendo alimentiamo l’anarchia decisionale che, soprattutto nel periodo adolescenziale, alberga in loro. La fermezza nei gesti educativi equivale ad orientare lo sguardo dei giovani verso la speranza.