*di Luigi Polillo*
Antonio Saladino, ceramista, scultore e pittore, (1950 Lamezia Terme Cz), socio fondatore dell’Associazione Archeologica Lametina, successivamente di Magazzini Voltaire (1986) e del Centro Angelo Savelli Arte contemporanea a Lamezia Terme (1993), il suo è un impegno costante nella società e soprattutto nel territorio d’appartenenza.
La sua evoluzione artistica avvenne tra anni 70’ e 80’, anni che costituirono per lui un momento intenso di sperimentazione e crescita artistica. Innumerevoli le mostre, collettive e personali a livello nazionale; ricordiamo le più recenti, l’esposizione ospitata nel 2020 al MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), Reperti Contemporanei al MARCA di Catanzaro nel 2018, Shalom, Arte Israeliana e internazionale, Museo Milt di Torino nel 2018 la mostra itinerante Panorama Italia Museo MAM di Cosenza e molte altre ancora.
Il Maestro Saladino è riconosciuto come, uno dei più raffinati e colti interpreti della classicità magnogreca naturalmente in un’ottica contemporanea, le sue sculture interagiscono nella società, affiorano nei pensieri e nei meandri di un tempo passato, di una memoria velata e da una poetica oggi smarrita.
La produzione scultorea dei “Portatori” rappresentano un momento di riflessione identitaria sull’essenza dell’uomo e di riflesso sulla società odierna, emerge da ogni singola scultura, un atto metaforico del “donare”, forse, una luce ad una condizione post-moderna ormai offuscata da un astratta esistenza reale. Le sue sculture sono madri, eroine e donne del mito, raccontano attraverso la materia e la reinterpretazione di oggetti, di come nella Magna Grecia vivevano, amavano e sognavano le donne, il tutto visto però con gli occhi di un uomo o forse di un bimbo, dove a far da regolo e l’architettura e la memoria della sua mente.