*testo e foto di Giovanni Laganà*
La sera in cui la lampada artigianale costruita dal mio amico Gigi accese per me i colori di un ristretto specchio acqueo nel mio Mare Jonio, è uno dei ricordi adolescenziali che porto indelebilmente dentro di me. Avevo diciannove anni e mi accingevo, per la prima volta, ad affrontare, nell’oscurità tenebrosa di un giorno d’estate, un mare diverso: quello di notte. Da allora ho sempre subito il fascino dell’immersione notturna ed è di notte che ho scattato molte delle mie foto più scenografiche ed interessanti. L’immersione notturna, per quasi tutte le didattiche oggi presenti sul mercato, è una delle tante specialità alla quale, a mio avviso, sarebbe doveroso dedicare un’attenzione diversa e particolare. In Mediterraneo poi sono pochi i Diving che ti assecondano nella ricerca del fascino che questa straordinaria avventura può regalare; spesso è meglio per conto proprio o con pochi pazienti amici che ti accompagnano.
Nello Stretto, con Francesco Turano e Guerino Salvatore, ho condiviso alcune splendide notturne nel mare di Pellaro e San Gregorio – in Calabria – a profondità mai superiori ai venticinque metri, sempre con sorprese degne di menzione. Ma la notturna di Catona rimane indimenticabile. Era agosto ed il cielo stellato, che pian piano si esaltava al calare del sole, faceva da cornice all’appendice messinese della Sicilia. Un’atmosfera inebriante: niente di meglio per iniziare un’avventura nel mare nero come l’inchiostro. Dopo l’ingresso in acqua, il fascio delle torce accompagnava la lenta discesa fra gli sguardi sonnecchianti di occhiate, saraghi, mennole, alcune anche di buona taglia. Ma poi l’incontro che aspettavo, quello che Francesco mi aveva promesso: l’Alicia mirabilis, la regina della notte dal fascino travolgente e dall’eleganza fuori dal comune.
Qualche scatto prima che l’impeto della corrente si facesse sentire e risalita faticosa fino alle quote più alte per continuare, senza affanno, nella cattura di immagini. Incredibili esperienze le notturne in Mediterraneo, sempre nuove, affascinanti, ma rivolte esclusivamente a coloro che, del mare, desiderano carpire davvero i segreti della biodiversità. Non sono adatte per gli amanti degli ampi scenari, poiché il campo visibile si riconduce al raggio d’azione della torcia. Ma se è la vita nel mare che genera entusiasmo e produce adrenalina, allora non esiste nulla di meglio. Certo, per chi non vive in zone prossime al mare, l’organizzazione di una notturna non è facile.
Personalmente ho sempre fatto poca strada, in Sicilia come in Calabria, per raggiungere i tuffi nel buio durante i quali considero interessante, di solito, muovermi sia in pochi metri d’acqua curiosando, ad esempio, nella vita dei cavallucci marini, sia su profondità più elevate alla scoperta di pesci sornioni in caccia o appisolati sul fondo, comunque disposti a un approccio ravvicinato. Ed è proprio questo il vantaggio dell’immersione notturna, soprattutto per chi predilige lo studio del comportamento animale: osservare anche a pochi centimetri ciò che di giorno è sfuggente, osservare in esclusiva quello che di giorno è invisibile. Come l’elegante polpessa, con i suoi colori cangianti e le sue forme bizzarre, che danza sotto la luce, leggiadra e timida al tempo stesso.
Certo, capita ancora che, emergendo dopo una rilassante e al tempo stesso strepitosa notturna, la gente ti osservi intanto per capire se davvero non sei un marziano proveniente dallo spazio e poi, vedendo custodia e doppi flash montati sulle staffe, ti dica cose strane non credendo che si possano affrontare sacrifici, anche in pieno inverno, solo per scattare qualche foto. I ricordi di tante avventure si accavallano e distinguerli uno dall’altro è sempre faticoso. Ogni immersione notturna è la scoperta della vita nel mare. Un mare nero come l’inchiostro che, inizialmente tenebroso, diventa accogliente e decisamente interessante nel suo mostrarsi insolito, pronto a svelare molti dei suoi segreti più intimi.