Il Mar Mediterraneo, un ponte tra le civiltà

di Enea Rotella

 

Da sempre il Mar Mediterraneo è stato sinonimo di incontro tra popoli diversi, civiltà e culture. Già molti anni prima della nascita di Cristo, quando dalle coste greche si partiva per giungere nel Sud Italia, i viaggi per mare segnavano l’inizio di un sogno, un’idea, già prima ancora dello sbocciare della Magna Grecia. Quel tratto di mare era una ragnatela di rotte. I collegamenti tra queste due realtà erano intensi e non solo per il commercio ma anche e soprattutto per la nascita di insediamenti che portarono inevitabilmente l’annullamento del concetto di frontiera. Un Mar Mediterraneo capace non solo di unire in modo indissolubile queste realtà ma, anzi, di ampliarle. Basti pensare agli arabi: non è vero che furono rozzi e portatori di distruzione. Nelle corti meridionali grazie a loro vi fu una ventata di innovazione nella cultura, nelle arti così come nelle scienze orientali. È grazie alla loro intraprendenza e voglia di navigare se oggi possiamo gustare prodotti alimentari come melanzane, agrumi e riso. Nella Piana di Sibari nacque l’unica zona risicola del Sud Itala.

Tra i primi a narrarci attraverso poesie e racconti le esplorazioni nel Mediterraneo fu Omero. Attraverso i suoi scritti sappiamo che le città greche, che germogliavano in modo indipendente tra loro, per sfuggire ai disaccordi interni decisero di navigare fino al Sud Italia. Abbandonarono il mare delle proprie coste (Thalassa) per attraversare Pontos (mare aperto ed inesplorato). I greci, come da abitudine, prima di affrontare un lungo viaggio si rivolgevano all’oracolo di Delfi. Una volta lasciate alle spalle le proprie terre i greci rimasero colpiti dalla bellezza delle coste ioniche. Per diverso tempo perlustrarono i vari litorali per capire quale fosse il punto migliore dove approdare e far nascere una nuova civiltà. La Calabria per via della sua posizione geografica, del clima e delle sue vaste terre è stata da sempre ambita e i nuovi coloni, in poco tempo, riuscirono a dominarla e a mettere radici. Sibari fu tra le prime città o colonie a nascere. Da Oriente ad Occidente attraversando questo azzurro mare, tutti ambivano ad arrivare in questa terra promessa che era sinonimo di rinascita. Non solo uomini di cultura, ma anche semplici esploratori, chi fuggiva dai pericoli della propria terra, profughi e anche conquistatori. Tutti erano ammaliati da questo mare e da quello che nascondeva sull’altro lato. Ma un nuovo e potente impero nato sui sette colli stava per spezzare questo equilibro fatto di incontri tra diverse civiltà. L’esercito romano entrò in guerra con Cartagine che era considerata la regina del mare e il Mediterraneo divenne campo di battaglia. Roma era spinta dalla sua sete di conquista e bramava questo spicchio d’acqua salata, Cartagine (fondata dai Fenici) non volle spezzare quel legame che lo univa con la Sicilia e per oltre cento anni queste due potenze, in mare, combatterono una guerra cruenta. Le pagine di questa storia verranno tramandate con “Le tre guerre Puniche”.

 

 

 

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