– di Massimo Lucidi –
“Il futuro è digitale” era un vecchio slogan. Il presente, anche grazie al Covid è assolutamente digitale in tanti aspetti della vita. Qualcuno definisce l’homo sapiens, digitalis, un “uomo dato”. Definizioni legate a tanti aspetti… Tra tutti, quello della reputazione mi tocca professionalmente e qui ne condivido una riflessione.
La reputazione in rete, la netreputation riguarda persone e imprese, marchi e progetti, territori e professionisti. Una volta per cogliere la reputazione di una persona si chiedeva “in giro”, nel suo ambiente… Adesso la prima cosa che facciamo è “googlare”. Che brutto verbo! Ma intanto è davvero quello che facciamo: nella banda ricerca di Google mettiamo il nome e cerchiamo di cogliere segnali dalla rete. Una sorta di prime informazioni per verificare almeno la coerenza del profilo. Se siamo fortunati riusciamo già a cogliere la bontà… del dato. Dunque la nostra vita professionale, come un marchio, un territorio, un prodotto è un “dato” digitale che cerca riscontro nella realtà. La domanda è quali dati produciamo. E quali subiamo, che costituiscono l’essenza del nostro messaggio, della nostra comunicazione.
L’offerta di informazioni che siamo chiamati a generare per essere ascoltati, o semplicemente riconosciuti deve essere un necessario unicum crossmediale. Per comunicare bene siamo chiamati tutti a produrre contenuti crossmediali, capaci di spaziare tra giornali, tv, social. E quando si scrive giornali si dice testata giornalistica e si legge su carta o in digitale. La Tv analogica ha ceduto il passo alla satellitare, al digitale terrestre, alla fibra superveloce, al telefonino… Val la pena che lo strumento di fruizione e la tecnologia cambia col tempo… ma il format deve essere “televisivo”, professionale e performante. Molti viceversa confondono ancora la TV su internet con la conference call divenuta obbligatoria in pandemia. Infine i social. Non possono essere la vetrina di carne da macello, di forme estetiche da esibire, di comportamenti gravemente individualisti o autosessuali. Non servono social di questo genere, dove si comprano like e followers. Serve viceversa essere social. Veri coerenti e gentili. Perche come diceva la mamma di Cenerentola, prima di morire, alla sua celebre figlia, “con la gentilezza otterrai tutto”.
Quindi ripartiamo. Restart come si dice adesso speriando nella fine della pandemia….