*di Daniela Rabia*
È Michel Houellebecq a firmare uno dei primi capolavori letterari del 2022 con “Annientare”, edito La nave di Teseo. Un romanzo in cui le vite si scontrano prima, s’incontrano poi per intuirsi, scoprirsi e infine viversi. Bruno, Paul, Aurélien, Prudence, Cècile, i personaggi del genio francese, poeta, romanziere, saggista, gravitano intorno al concetto d’inquietudine e senso esistenziale alla ricerca della propria natura individuale e della logica delle dinamiche collettive.
L’approccio dell’autore è quello di una lama tagliente che chirurgicamente incide i corpi per far venire in emersione le anime, nude, deformi, ma profondamente vere. “Magari era preferibile che si astenesse in generale dal pensare” suggerisce Houellebecq per il suo protagonista assoluto Paul. Ma il personaggio è cervellotico come il suo autore, un suo alter ego forse, un recipiente da riempire coi propri pensieri e che a sua volta nel corso della narrazione ne matura altri. Un’esplosione di idee, emozioni, sensazioni, paure che culminano in quella più grande, la morte. Una storia segnata dalla parola fine in ogni contesto indagato, dal matrimonio che sfocia in distanza, alla ricerca di sé che arriva al suicidio, all’orrore della quotidianità sconvolto da una diagnosi tanto impensata quanto reale. “…non aveva manifestato nessuna disapprovazione, ma neppure un vero interesse, semplicemente non ne aveva mai parlato, e tutto induceva a credere che non ci avesse neanche pensato più di tanto”, così lo scrittore introduce un altro personaggio, Edouard accompagnato da Madeleine, sospesi entrambi in una descrizione stilistica evanescente che invita al dubbio, alla riflessione, al tentativo da parte del lettore di cogliere, da esterno quale è tra le pagine del testo, l’indole del soggetto.
Che ci riesca o meno Michel Houellebecq ha esaurito il suo compito, che lo si sia prefisso o meno, e cioè quello di scrivere con arte, raffinatezza, profondità, lasciando in penombra persone, fatti, vicende, più in generale vite. Si, è questa la missione dell’autore di spessore: dire e non dire, raccontare con dovizia di particolari e subito dopo fermarsi nel punto in cui chi legge resta intrappolato nella curiosità di capire. Non può chi scrive consegnare troppo a chi legge usurpando il ruolo di quest’ultimo, di ricerca mai paga tra le righe del libro dello spirito indefinibile degli uomini, del loro motivo di stare al mondo, dei percorsi che il destino tracciato o cercato affida loro. Laureatosi in agraria Michel Thomas (Houellebecq è il suo pseudonimo) affianca “Annientare” ai suoi straordinari scritti da “Estensione del dominio alla lotta” a “Piattaforma”, da “Lanzarote” a “La possibilità di un’isola”, da “La carta e il territorio” a “Sottomissione”, da “Serotonina” alle raccolte poetiche “Il senso della lotta”, “Configurazione dell’ultima riva”, “La vita è rara”. E ancora diversi saggi. Su tutti campeggia la sua idea di base espressa in “Sottomissione” nel 2015 “…Non credo che l’essere umano possa vivere in un mondo che cambia di continuo. L’assenza di equilibrio, di un progetto di equilibrio, è di per sé invivibile. L’idea del cambiamento perenne rende la vita impossibile”. E a noi, nostro malgrado, sarà impossibile cogliere fino in fondo il suo genio.