di Bruno Pisani
“Sapete perché gli angeli volano?
Perché si prendono alla leggera”
(G. K. Chesterton)
Il desiderio di essere felici è un sentimento che ci accomuna a tutte le età. Esso è radicato nel cuore degli uomini fin dalla loro nascita. Il nostro animo è inquieto ed alla continua ricerca di un bene che possa saziare la sete d’ infinito.
Ci si avvia alla gioia attraverso due strade: l’altruismo e il perdono.
Il cammino inizia col passare dall’egoismo all’interesse per gli altri. “Non si può essere felici da soli”. Infatti siamo tristi quando la vita interiore si chiude nei propri interessi e non lascia spazio agli altri. “Se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare la mia vita” (Evangeli Gaudium).
Il nostro progetto di vita non è fatto di una serie di divieti che soffocano la gioia, ma di una prospettiva capace di affascinare l’avventura del domani.
Allontaniamo tristezza e malinconia e godiamoci le piccole cose di tutti i giorni, non prigionieri di pensieri negativi e complicazioni. Il seme della gioia germoglia nell’accettare e nel sentirsi accettati.
L’altra strada del nostro percorso è il perdono. In un cuore pieno di rabbia non c’è posto per la gioia. L’odio genera tristezza e chi non perdona fa male innanzitutto a se stesso.
Il perdono allarga il cuore, genera condivisione, dona serenità e pace.
Cerchiamo di restaurare la nostra storia per non vivere schiavizzati dal ricordo amaro degli avvenimenti dolorosi del passato. Visto che sono passati, non esistono più.
Offrire la testimonianza del perdono nel mondo di oggi è compito a cui nessuno di noi può sottrarsi, magari sapendo ridere delle cose, degli altri e di se stessi.