– di Elia Banelli* –
Per la rubrica di questo mese deviamo dai binari del genere giallo-thriller-noir per immergerci nell’atmosfera cupa e decadente del romanzo gotico. “L’incubo di Hill House” è un classico del genere, un’altra perla pubblicata in Italia della raffinata casa editrice Adelphi, un titolo che non può mancare nella vostra libreria. I più giovani avranno già familiarità con la famosa serie tv “The Haunting of Hill House”, visibile in streaming sulla piattaforma Netflix, ma le radici di questa storia affondano nel lontano 1959 nella penna della scrittrice americana Shirley Jackson.
Da questo romanzo sono stati tratti altri due film: Gli invasati del 1963 di Robert Wise e il più recente Presenze del 1999, con attori del calibro di Liam Neeson, Catherine Zeta Jones e Owen Wilson.
Avviso ai lettori: se vi aspettate una storia truculenta, sanguinosa, piena di fantasmi e mostri terrificanti, allora vi conviene subito cambiare libro, perché non troverete niente di tutto questo, almeno non nella narrazione esplicita. Gli scaffali delle librerie sono pieni di horror di qualità che possano soddisfare il vostro palato di cultori della materia.
In questo volume di 233 pagine, la paura regna sovrana quasi solo nella mente della protagonista, e nessun fantasma cattivo si paleserà nella terribile residenza di Hill House.
La protagonista della storia è Eleonor Vance, una giovane e tormentata donna che ha dimenticato cosa sia la felicità, forse perché non l’ha mai conosciuta. Dopo aver ricevuto una lettera dal tetro professor Montague, di professione aspirante ghostbuster, decide di recarsi per un soggiorno sperimentale in una casa che si rifiuta di essere una dimora accogliente e che anzi si palesa come una costruzione immune da ogni esorcismo, “un luogo non adatto agli uomini, né all’amore, né alla speranza”.
Per Eleonor, che vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che non sopporta più, potrebbe invece dimostrarsi una dimora accogliente. Forse la liberazione risiede nel profondo della nostra coscienza più tormentata?
La scrittura della Jackson è nel complesso godibile e moderna, sono rari i momenti di noia e intriganti le descrizioni della stridente disarmonia che marchia Hill House da cima a fondo: “L’occhio umano non può isolare l’infelice combinazione di linee e spazi che evoca il male sulla facciata di una casa, e tuttavia per qualche ragione un accostamento folle, un angolo sghembo, un convergere accidentale di tetto e cielo, facevano di Hill House un luogo di disperazione. (…) ma una casa arrogante e carica d’odio, sempre in guardia, non può che essere malvagia”.
Buona lettura.
* Classe 1983, catanzarese. Giornalista pubblicista, ha lavorato a Roma come project manager per una società di produzione televisiva. Oggi vive tra l’Umbria e la Calabria dove si occupa di consulenza finanziaria. Nel 2018 ha esordito con il giallo L’Uomo dei tulipani (Alter Ego) e nel 2019 ha pubblicato il racconto il battesimo, all’interno dell’antologia Delitti di Dio (Alter Ego). Nel 2021 è uscito il suo secondo romanzo Il giullare di morte (Alter Ego). Scrive recensioni per il blog Giallo e Cucina e Mediterraneo e dintorni.