di Daniela Rabia
Francesco Musolino, giornalista culturale, firma con L’attimo prima, Rizzoli editore, il suo esordio letterario. Il protagonista è Lorenzo, un venticinquenne messinese sospeso tra la vita che conduce e quella che sogna ma non ha il coraggio d’inseguire. Il risveglio è traumatico. Un evento improvviso cambia tutto. La morte del padre Leandro che con la madre Sara ha gestito il ristorante siciliano “La bella tavola” è uno shock. Lorenzo lavora in un’agenzia di viaggi ma ha la mente proiettata a fare un corso di cucina a Milano. Il dolore lo trova impreparato e lo schiaccia, lo paralizza. Sarà Elena, sua sorella, di ritorno dal Giappone a richiamarlo alla vita, scuotendolo. “Quando la tua anima è pronta lo sono anche le cose”. L’anima di Lorenzo si prepara lentamente al cambiamento da condividere con Sveva, la donna amata. È difficile buttarsi tutto alle spalle e ricominciare. Ma è ancor peggio restare fermi in un pantano e guardare indietro mentre la vita corre in avanti senza di noi. Le parole di Elena “devi perderti sul serio per poterti ritrovare. Altrimenti sono guai”, e quelle di Sveva “devi lasciarlo andare, questo dolore” suonano nelle orecchie del giovane siciliano come una sveglia.
E allora si parte verso l’inseguimento dei sogni, verso la creazione di se stessi e della propria esistenza, verso l’ignoto che ha in serbo più sorprese ed emozioni di quelle insite nel ripetere le abitudini e i riti di sempre. “Le certezze vi abbondano – scriveva Emil Cioran – sopprimetele, sopprimete soprattutto le loro conseguenze, e ricostruirete il paradiso”. Lorenzo ha trascorso il suo inferno, il suo purgatorio ed è pronto a costruire la strada per il Paradiso. Che altro non è che far ciò che ci rende felici, senza rimorsi e rimpianti.
Francesco Musolino consegna al pubblico dei lettori un romanzo snello e intenso, riversa su carta un flusso di coscienza che sembra inarrestabile e regala un messaggio prezioso tra le righe: “La morte dona significato alla vita”. Perché non è vero che “La vita è ciò che resta”, è vero invece che la vita è in ciò che resta, ed è là che va cercata con coraggio, con tenacia, con amore. E allora Lorenzo giunge alla conclusione: se “la vita che mi aspettava… è finita un attimo prima di cominciare, quella maledetta domenica con un urlo e un tonfo… forse può cominciarne un’altra”. Basta volerlo, basta crederci capendo che quell’attimo prima è l’attimo prima di una nuova vita.