di Enea Rotella
In una pellicola di qualche anno fa, “300”, diretta da Zack Snyder, si racconta delle battaglie eroiche portate avanti da un gruppuscolo di uomini coraggiosi: gli spartani. La storia ci ha tramandato come queste guerre fossero lunghe ed estenuanti, gli uomini sul campo di battaglia, le donne e i bambini restavano a casa. Le mogli di questi valorosi soldati in sintonia con i loro mariti, decisero di far unire tutte le ragazze vergini presenti in città con i ragazzi rimasti che non erano ancora preparati e maturi per affrontare il Fato sul campo di battaglia. Da quella unione ne uscì una generazione che presto fu dichiarata illegittima e di conseguenza, venne allontanata da Sparta e mandata a fondare una propria colonia in Italia. Il luogo prescelto fu la città che oggi conosciamo con il nome di Taranto e fu l’unica colonia spartana presente sul territorio italiano. Questi ragazzi, anche se dichiarati illegittimi, diedero una forte impronta alla città perché era dedita in modo particolare alle attività militari. Ben presto Taranto (il cui nome lo si deve al vicino torrente Taras) diventerà la colonia greca più potente di tutto lo Ionio.
Molti sono stati i personaggi storici nati o passati da queste terre. Originario fu ad esempio il filosofo Aristosseno così come il poeta Leonida e Rintone che attraverso l’arte del teatro, narrava con fare burlesco i miti del tempo. Grazie al governo del filosofo e matematico Archita (metà del IV secolo a.C.), la città divenne punto nevralgico per artisti e letterati: tra questi basti ricordare Livio Andronico che giunto da Roma, tradurrà l’Odissea di Omero dando il là alla tradizione della letteratura latina. Taranto anche sotto l’aspetto della produzione artistica si ritagliò un spicchio di popolarità con le sue ceramiche dipinte di rosso e nero. Ma come tutti i centri del Sud anche per questa importante città all’orizzonte da Roma, si addensavano nubi nere trasportate da venti di guerra. Il prologo dello scontro tra queste due forze è da datare intorno al 282 a.C. quando dalla città eterna, partì una flotta di navi diretta in soccorso dei soldati di Thurii (territorio che oggi comprende Corigliano-Rossano, in Calabria) perché furono assediati dai Lucani. Ma per raggiungere il campo di battaglia i soldati romani dovevano far scalo al porto di Taranto. Tra le due fazioni non scorreva buon sangue, anzi l’odio dei tarantini era un fatto noto per via dell’espansione di Roma; in più nelle vene dei valorosi soldati “pugliesi” scorreva sangue spartano. All’arrivo delle navi romane Taranto schierò la sua flotta che sconfisse l’avversario affondando le imbarcazioni, sequestrando la nave rimasta galleggiante e facendo prigionieri i soldati rimasti. Non contenti, i figli illegittimi di Sparta marciarono su Thurii distruggendo l’avamposto romano con conseguente saccheggio della città. Ma questa prova di forza non bastò perché la storia ci ha tramandato che tutte le città e popolazioni della Magna Grecia, una dopo l’altra caddero sotto i fendenti di Roma.