di Giusy Armone
Determinare ed intensificare i rapporti (non solo) commerciali col gigante asiatico. Un’operazione, questa, che si inserisce in un quadro di relazioni e scambi bilaterali tra Italia e Cina che si fanno via via più intensi e si ramificano a partire da Harbin, la città cinese solo apparentemente inospitale per via della sua ubicazione al confine con la Siberia. E invece, al di là delle temperature gelide, è un luogo incredibilmente straordinario, abitato da gente calorosa, cordiale e accogliente che attribuisce grande importanza ad una stretta di mano.
Harbin è una città della Cina nordorientale di quasi 11 milioni di abitanti ed è un centro politico, economico, scientifico, culturale e di comunicazione nel nord-est della Cina, nonché un’importante base industriale della nazione. Le sue prospettive di crescita sono più che ottimistiche. La sua storia ha origini antichissime e deve il suo sviluppo all’esser stato centro per la costruzione della Ferrovia Centro-orientale nel 1898. Per molto tempo è stata la città, al di fuori della Russia, con il maggior numero di russi che hanno costruito chiese, scuole e palazzi, e non a caso è chiamata la “Mosca d’Oriente”. Ancora oggi sulle insegne dei negozi e su alcuni cartelli direzionali le indicazioni sono bilingue, in cinese e in russo; i negozi pullulano di variopinte matrioske e Uova Fabergé di artigianato tipicamente russo. È una città di rara bellezza! Non si può non restare estasiati dal monumento più famoso: la Chiesa di Santa Sophia realizzata in mattoni rossi con la caratteristica cupola a cipolla verde: è stata la chiesa ortodossa russa più grande dell’estremo Oriente oltre che il centro della vita spirituale di oltre 100.000 russi. Ma Harbin non è solo Russia, ha ospitato anche migliaia di ebrei che vi hanno costruito la bellissima vecchia Sinagoga, utilizzata oggi come sede di concerti. Harbin è anche Ice City! Il luogo ideale dove la resilienza ha la sua essenza, dove il freddo e il ghiaccio sono diventati occasione di crescita e di sviluppo: una piccola “Frozen”, un regno incantato di 750.000 metri quadrati le cui austere costruzioni di ghiaccio di notte si trasformano in colossali e suggestive impalcature multicolore. Questa metropoli ogni anno offre, infatti, uno spettacolo invernale senza eguali: il “Festival internazionale delle sculture di ghiaccio e di neve” che attira turisti da tutto il mondo.
Ed è proprio questa straordinaria manifestazione invernale che diventa occasione ghiotta, anche per il nostro Paese, per avviare interessanti trattative commerciali. Organizzazioni istituzionali ed imprenditoriali, infatti, sono al lavoro per capire in che modo costruire ponti con la Cina, proprio a partire dalla valorizzazione e dallo sfruttamento sano del rispettivo know-how. In particolare, lo scorso gennaio una delegazione formata da rappresentanti calabresi di Confesercenti e amministratori locali ha partecipato all’Italy Day di Harbin con l’obiettivo di avviare un dialogo produttivo finalizzato all’interscambio culturale ed economico. Un importante momento di confronto italo-cinese caratterizzato, fra l’altro, dalla volontà espressa dal primo cittadino di Harbin, Sun Zhe, di creare lì una“piccola Italia”: alcuni edifici saranno oggetto di una particolare ristrutturazione che andrà a disegnare uno scorcio del Belpaese. In uno dei palazzi vicini a quella che è anche definita la “Parigi d’Oriente”, troveranno spazio, grazie agli accordi di collaborazione sottoscritti, simboli tipicamente italiani dell’artigianato, della ristorazione, della gastronomia, della cultura e del turismo.
Oltre ad apprezzare le sue prestigiose bellezze universalmente note e legate alla cultura della neve e del ghiaccio, la delegazione ha partecipato alla conferenza “Lavorando col mondo, condividendo nuove opportunità” che è servita anche ad illustrare un progetto pilota per una zona di libero scambio e di ambiziosi progetti per il futuro di Jiangbay quale importante area di sviluppo integrato. L’uditorio gremito ha visto la presenza di delegazioni asiatiche, americane, europee ed africane. Durante le varie conferenze si è parlato anche di “Sviluppo sostenibile e Smart City” e la nostra delegazione ha dato il suo contributo illustrando i 17 obiettivi di Agenda 2030, condivisi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis), partecipata di Confesercenti, sposando e lanciando lo slogan, tradotto per l’occasione anche in cinese, “per dare un futuro alla vita e valore al futuro”. Il Presidente di Confesercenti Area Centrale Calabria, Francesco Viapiana, si è concentrato sull’Obiettivo 11 “Città e Comunità Sostenibili” ponendo l’accento sull’importanza del riciclo/riuso del rifiuto il quale, oggi più che mai, va considerato risorsa e non costo. Con il presidente della Camera di Commercio di Harbin, Wang Guo Wen, è stato anche siglato un Protocollo amichevole di libero scambio tra le città per facilitare le relazioni commerciali, culturali e turistiche.
Si gettano, dunque, le basi per un confronto sempre più proficuo che mira ad una valorizzazione bilaterale delle ricchezze italiane e cinesi: la Calabria, in particolare, ha già fatto “assaporare” le sue peculiarità grazie ai prodotti offerti per l’occasione ed ai focus realizzati sull’olio, il vino, la ‘nduja, le conserve, la pasta, i dolci e sugli investimenti immobiliari. Non appena terminerà l’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo il mondo, saranno avviate nuove trattative in ambito commerciale, turistico e culturale con le città di Pasadina, Spandau e Blagoveshchenk.