di Claudio Borsato
I cugini francesi, li chiamavamo; quelli dei quali ci obbligavano a studiare la lingua, perché da loro avevamo molto da imparare: il bon ton, la moda, la cucina, l’arte di fare il vino e anche di venderlo, quelli con cui disputavamo sfide all’ultimo sangue in memorabili gare di ciclismo, di rugby, di calcio – a volte anche vincendo, diciamolo pure ad alta voce – ma sempre con una grande ammirazione per il loro stile impeccabile.
In realtà siamo sempre affascinati dal loro amore per la bellezza tout court, per l’armonia, nelle grandi come nelle piccole cose. I palazzi, i grandi boulevard, ma anche le fattorie, le stradine di campagna, sembrano pensati e realizzati con la precisa finalità di suscitare piacere. Forse è questo l’aspetto che infine più ci accomuna: l’amore per il bel vivere.
L’unica meta obbligatoria del nostro viaggio era Parigi, dove ci aspettavano i figli per un festeggiamento molto atteso. Ma avevamo due settimane per arrivarci, e c’era tutto il tempo per seguire un percorso più sentimentale che razionale, attraverso luoghi conosciuti ed amati ed altri ancora tutti da esplorare. Un paio di giorni ancora in Italia, prima del confine. Poi le Alpi, la Provenza, il Perigord, la bella Bordeaux e l’Ile de Re. E finalmente, dopo la festa, ci saremmo goduti la grande Parigi. Così con questo stato d’animo e in questi luoghi ha preso forma un carnet fatto di disegni e parole usando una penna biro che va bene sia per disegnare che per scrivere, e gli acquarelli per cercare di catturare i tanti bellissimi colori.
Ai disegni realizzati in quella circostanza è affiancato qualche altro, preso fra i tanti frutto di una mia assidua frequentazione con la Provenza particolarmente con la zona intorno al massiccio del Luberon: le falesie, i campi di lavanda e i villaggi medioevali con i loro vivaci mercatini. Sono luoghi che conosco bene e che non perdo occasione per rivedere.